Era praticamente sconosciuto, e per lo più un interprete del piccolo schermo in patria, Christoph Waltz, prima della geniale scelta di casting di Quentin Tarantino che lo scritturò per il suo Bastardi senza gloria nel ruolo dello spietato e poliglotta colonnello Hans Landa. Oggi questo affascinante ed eloquente attore austriaco è un doppio premio Oscar ed è anche l'ultimo villain della saga di James Bond, ed è proprio in occasione dell'uscita in home video di 007 Spectre che vi offriamo questa intervista in esclusiva.
Nel film Waltz interpreta Ernst Stavro Blofeld aka Franz Oberhauser, uno dei peggiori nemici di 007 anche nei romanzi di Ian Fleming; un uomo misterioso e potentissimo che con James Bond ha diversi conti in sospeso... ma vediamo cosa ci ha raccontato Mr. Waltz in persona.
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Un'infanzia da 007
Hai raccontato di aver avuto dei giocattoli di James Bond, da piccolo. Di che si trattava?
Christoph Waltz: Avevo un modellino dell'Aston Martin DB5 che sganciava il pilota se premevi un pulsante. Se invece premevi il bottone sbagliato sparava missili! Con un terzo pulsante si alzava lo scudo antiproiettile nella parte posteriore dell'auto. Il pilota mi è volato fuori un milione di volte e il più delle volte non riuscivo più a trovarlo. Un disastro.
Bond era popolare in Austria quando tu eri bambino?
Di certo non era un tesoro nazionale come in Inghilterra, ma era qualcosa su cui potevi fare affidamento. Uscivi dal cinema dopo aver visto un film di 007, e sapevi che nel giro di un paio d'anni potevi aspettartene un altro! Ultimamente ho incontrato un giornalista che è presidente del James Bond Fan Club, un'associazione internazionale che ha anche il suo bel magazine panciuto e patinato, che esce, credo, quattro volte l'anno. Arriva dappertutto nel mondo, è una cosa stupefacente. Bond è parte della cultura popolare al livello più profondo e deflagrante.
Il Bond di Craig e i suoi "cattivi"
Ti è piaciuto il modo in cui il personaggio di Bond è cambiato negli anni, soprattutto adesso che è particolarmente complesso, dark e ambiguo?
Credo proprio che quest'ultima versione di Bond sia quella più vicina al Bond dei romanzi di tutte le altre. Nei romanzi Bond non è questo prestigiatore scherzoso e intrigante, che comunque apprezzo. Il Bond più "leggero" delle precedenti incarnazioni è piacevole, ma quest'ultimo 007 ha una psicologia più oscura e tormentata, e forse avrete notato anche che per la prima volta si parla di Bond come di un assassino, non una spia. Mi domandavo sempre, "Ma che cosa spia quando è in giro a sparare alla gente?" Era sempre impegnato a tendere agguati o a salvarsi la pelle dai cattivi...
Quindi ti piace l'interpretazione di Daniel Craig?
Molto. Con Daniel i toni più lievi sono quasi del tutto evaporati e sono certo che la cosa è stata fatta di proposito perché, come dicevo, nei romanzi Bond è molto più ambiguo, quasi sinistro. C'è forse anche un pizzico di cinismo nei romanzi. Secondo me Daniel ha fatto un ottimo lavoro nel rendere il tono dei film più dark nelle atmosfere. Bond è più sobrio, più tormentato, ed è una cosa interessante da vedere.
Dalla tua prospettiva, questo era il momento giusto per comparire nella saga di 007? Se il protagonista è più complesso, così il villain...
Beh questo implicherebbe che io sia una specie di incidente, un incidente momentaneo, e tutti ci evolviamo col tempo altrimenti saremmo neurologicamente morti. È stato parte della discussione. Non puoi fare evolvere Bond e lasciare il villain agli anni '60, anche perché altrimenti avrebbe 112 anni! Sarebbe simpatico forse, ma una storia a sé. Mettiamola così: Bond si sviluppa in base alla sua missione. La missione si sviluppa col tempo e così il villain. Alrimenti resta tagliato fuori.
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Un villain nell'ombra
Raccontaci qualcosa del ruolo di supervillain in un film di 007. Deve attaccare l'eroe non solo fisicamente, ma soprattutto a un livello personale e psicologico.
Sì, fa parte di questa catena. Se siamo interessati a questa psicologia deve essere parte della storia, altrimenti è tappezzeria. Se Bond apre la sua mente e rivela questo aspetto della sua personalità, può essere il villian l'unico che non se ne accorge?
In Spectre, Sam Mendes fa spesso emergere il tuo personaggio dalle ommbre. Un bel tocco metaforico...
Sì. Figure come Blofeld operano nell'ombra. Il potere reale è nell'ombra, dove noi non lo possiamo vedere. Altrimenti sarebbe trasperente, e la trasparenza è una perdita di potere. È per questo che ai governi non piace essere trasparenti, ed è per questo che le multinazionali vogliono che i loro clienti siano trasparenti. È questo che definisce le gerarchie.
Il film di Bond riflettono il loro tempo. Credi che Spectre sia particolarmente significativo oggi, con la sorveglianza governativa e l'inseguimento dei nostri fantasmi digitali?
Sono assolutamente d'accordo, e, allo stasso modo, credo che ormai Internet abbia preso il potere e l'algoritmo abbia preso il potere. Non puoi più attribuire una cosa a una singola persona. Se tu cerchi di prenotare un biglietto aereo, nonssuno è responsabile. Prova a vedere se riesci a parlare con qualcuno all'ufficio delle imposte. Nessuno è più responsabile per nulla. Se ordini un libro on line nelle successive due settimane vieni sommerso dalla pubblicità indirizzata precisamente a quel tuo particolare interesse. Come lo sanno? Che ne sanno loro che io amo la cucina levantina? È un interesse molto specifico. Come lo sono venuti a sapere? Sta di fatto che lo sanno. Non per niente questa cosa si chiama Cloud, "nuvola": è tutto molto nebuloso.