Woody Allen a Venezia: prima la standing ovation, poi le grida di protesta

Applausi e proteste per il celebre regista newyorchese applaudito alla prima del suo 'Coup de chance' e poi oggetto delle proteste dei manifestanti contro il festival che ha invitato dei registi controversi.

Woody Allen a Venezia: prima la standing ovation, poi le grida di protesta

Woody Allen è stato accolto con una standing ovation di tre minuti alla premiére di Venezia del suo ultimo film, "Coup de Chance", nella serata di ieri sera. La calorosa accoglienza è stata un tributo all'appeal del leggendario regista, anche se sarebbe durata di più se Allen non avesse lasciato, imbarazzato, la sala dopo due minuti e 30 secondi di applausi continui una volta che il film è terminato. Visibilmente commosso dalla reazione, Allen ha persino tirato fuori un fazzoletto per un momento.

Niels Schneider E Lou De Laage In Coup De Chance Di Woody Allen
Coup de chance: Lou De Laage e Niels Schneider in una scena

Ancora prima della proiezione del film, Allen aveva ricevuto una standing ovation dal pubblico in sala. Anche sul tappeto rosso, i fan entusiasti lo hanno acclamato. Tuttavia, proprio fuori dal red carpet, un gruppo di manifestanti sfilava per protestare sulla sua presenza al Festival.
Sui social media si racconta che i manifestanti si siano tolti le magliette e abbiano distribuito fogli di carta incoraggiando il festival a "spegnere i riflettori sugli stupratori". Il messaggio aggiungeva che "quest'anno il Festival del Cinema di Venezia della Biennale ha deciso di dare spazio a Woody Allen, Luc Besson e Roman Polanski", accomunati da accuse di abusi sessuali.
Qui sotto potete vedere un video dei manifestanti che urlano "Il grido altissimo e feroce di tutti quei corpi che più non hanno voce".

I GUAI DI WOODY ALLEN

Negli ultimi anni, Woody Allen è stato al centro di una controversia legale e di una campagna di boicottaggio a seguito delle accuse di abuso sessuale mosse da sua figlia Dylan Farrow. Le accuse, che risalgono a molti anni fa e che sono state ritenute infondate in sede legale, hanno suscitato un acceso dibattito pubblico e hanno portato a un aumento della pressione nei confronti del regista da parte dell'opinione pubblica e dell'industria cinematografica. Questo ha comportato una difficoltà crescente nell'ottenere finanziamenti per i suoi progetti e a un divario tra il suo successo in Europa e la sua difficoltà di lavorare negli Stati Uniti, dove molti distributori e attori hanno scelto di evitare collaborazioni con lui a seguito delle accuse. La questione delle accuse contro Allen continua a dividere il mondo del cinema e ad alimentare il dibattito sulla separazione tra l'artista e le sue azioni personali.