Woody Allen vorrebbe pubblicare un'autobiografia ma non trova nessun editore disposto a sostenerlo: è quanto è venuto fuori da un articolo del New York Times che ha ripreso, in realtà, una storia vecchia quasi di un anno.
Il volume in questione avrebbe dovuto contenere le memorie di questi 83 anni di vita del regista ma, dopo il ciclone #MeToo, dopo quello che da tutti è stato letto come sostegno di Allen ad Harvey Weinstein, ma soprattutto dopo che in tanti hanno fatto a gara per riportare a galla l'accusa di molestie a danno della figlia adottiva Dylan Farrow, nessuna delle case editrici contattate dall'agente di Woody Allen ha voluto inserire il libro nel proprio catalogo.
Questo libro esiste davvero? In realtà nessuno pare ne sia a conoscenza tranne il regista e i suoi collaboratori più stretti. Contattata dal New York Times, la scrittrice Daphne Merkin, amica di lunga data di Allen, ha ammesso che lui parla da un po' di anni di questo progetto ma neppure a lei è toccato il privilegio di leggerne qualche pagina, anche se: "è probabile che affronti il problema delle molestie dal suo punto d vista" si è sentita di supporre. Per il momento la sola autobiografia a cui Woody Allen abbia mai fatto esplicito riferimento è dunque quella che, nel 2003, stava per essere acquisita dalla Penguin per 3 milioni di dollari, ma l'affare sfumò quando lui chiese più soldi.
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Che esista o meno, i più grossi editori americani ritengono che Allen, in questo momento storico, sia un personaggio tossico per le loro finanza. Il New York Times avrebbe chiesto ragguagli sulla vicenda ad alcuni personaggi di spicco dell'editoria americana e la risposta sarebbe stata sempre la stessa: il libro è stato effettivamente proposto ma sono stati in molti a rifiutarlo senza nemmeno leggerne una parola e solo per la paura di un grosso tonfo commerciale.