Paul Schrader non le manda certo a dire. Il regista e sceneggiatore, ospite a Venezia 2021 con Il collezionista di carte, presentato nel concorso internazionale, si scaglia contro la cultura della cancellazione paragonandola alla variante Delta per pericolosità.

Paul Schrader, che ha tentato invano di ingaggiare Kevin Spacey dopo lo scandalo che lo ha coinvolto finendo per rinunciare a causa dei produttori, è tornato a parlare della cultura della cancellazione in una recente intervista con Deadline dichiarando:
"È ancora in qualche modo vero che non esiste una cattiva pubblicità. La pubblicità è pubblicità. Ma sempre più carriere sono finite, non a causa di condanne penali, ma per via di accuse personali, che si tratti di Kevin Spacey, Scott Rudin o Johnny Depp. Sono rimasti coinvolti nella cultura della cancellazione. La cultura dell'annullamento è così contagiosa, è come la variante Delta. Se il tuo amico dice 'Dicono queste cose terribili su di me che non sono vere' hai paura a prenderne le difese perché potresti prendere anche tu quel virus."
Schrader torna a Venezia con Il collezionista di carte, girato in soli 20 giorni. Al centro del thriller troviamo Oliver Isaac nei panni di William Tell, un ex-militare diventato giocatore d'azzardo tormentato dai fantasmi del passato. Nel cast del film, prodotto da Martin Scorsese, anche Willem Dafoe, Tiffany Haddish e Tye Sheridan. Parlando del progetto, Schrader ha spiegato:
"Non decidi di catturare lo spirito del tempo così com'è. È qualcosa che accade o non accade. Non funziona mai in questo modo. Quello che stavo cercando di catturare di quest'epoca è questa mancanza di responsabilità che le persone sembrano avere. 'Non ho mentito, mi sono espresso male', 'Non l'ho toccata in modo inappropriato, ho commesso un errore'. Nessuno è davvero responsabile di niente. Vengo da un ambiente in cui siamo nati in questo mondo sentendoci in colpa, eri responsabile di cose che non avevi nemmeno fatto. William Tell è stato punito dal governo, ha sperimentato la prigione, tutti gli dicono che può iniziare di nuovo la sua vita. Ma lui non si sente così. Non è stato punito abbastanza. È ancora saturo di sensi di colpa. Penso che sia un personaggio molto contrario a questo momento. Poche persone si prendono la vera responsabilità per quello che fanno. A parte da quello, è piuttosto una figura senza tempo".
Il collezionista di carte sarà nei cinema a partire dal 3 settembre.