Umberto Smaila, durante una recente intervista pubblicata da Il Corriere della Sera, si è aperto a proposito del suo amico Carlo Verdone: il leggendario attore romano una volta disse che fu proprio Smaila il primo a credere nel suo talento diventando per lui una sorta di antidepressivo.
"Ricordo che vivevamo in una specie di comune di artisti in via Venini, a Milano. Cino ci chiamò come ospiti nel suo programma per ragazzi, dove ci notarono gli agenti di Pippo Baudo, Gentile e Marangoni, che ci presero nel cast assieme a Massimo Troisi, Enzo Decaro e Lello Arena, ai Giancattivi, a Carlo Verdone, a Gaspare e Zuzzurro, si girava a Torino", ha ricordato Smaila.
Dopo queste parole il giornalista del Corriere ha interrotto Umberto per ricordargli che in passato, durante un'intervista, Carlo Verdone dichiarò: "Il primo a credere in me fu Umberto Smaila. Era spiritoso e tirava su il morale a tutti, non sentiva invidie o gelosie. Fu il mio antidepressivo".
Umberto Smaila, piuttosto entusiasta della parole dell'attore romano, ha ricordato: "Con Carlo si faceva comunella, gli provavo i pezzi in camerino e gli consigliai di puntare sul capellone in tunica bianca che distribuisce i volantini dei Bambini di Dio. 'Diventerai il nuovo Sordi'. 'Io? Ma che stai a di'?'".