Sam Mendes ha deciso di rinunciare all'adattamento del libro The Voyeur's Motel di cui avrebbe dovuto essere regista e produttore insieme alla DreamWorks di Steven Spielberg.
Il lavoro di Gay Talese raccontava quanto accaduto con un uomo del Colorado, Gerald Foos, che aveva costruito un motel ideandolo architettonicamente in modo da poter osservare i suoi ospiti mentre avevano dei rapporti sessuali.
La casa di produzione aveva conquistato i diritti per il grande schermo pagando circa 1 milione di dollari e affidando a Krysty Wilson-Cairns il compito di scrivere la sceneggiatura.
Mendes ha svelato di aver rinunciato al film dopo aver scoperto che i registi Myles Kand e Josh Koury erano al lavoro su un documentario dedicato alla storia: "Io e Krysty ci siamo seduti e abbiamo visto il documentario. Ci siamo guardati alla fine e abbiamo detto 'Non possiamo girare il nostro film'. Quello che rimane del progetto è un ottimo rapporto con una giovane autrice di talento e promettente e questo è l'aspetto positivo per me e la DreamWorks. Ha fatto un lavoro grandioso, aspetto che rende tutto ancora più frustrante dal mio punto di vista perché sentiamo, in un certo senso, di aver perso il nostro tempo. Non è fantastico ma è quello che è accaduto. E' una situazione davvero, davvero inusuale e nessuno di noi avrebbe potuto prevederla".
Nessuno aveva infatti avvisato il regista o lo studio del fatto che ci fosse da oltre un anno un documentario in fase di produzione, persino prima dell'annuncio della pubblicazione del libro. Mendes ha inoltre chiarito: "E' difficile parlarne senza anticipare troppo il motivo per cui il documentario è così meraviglioso, ma ci sono così tante cose fantastiche che possono essere ottenuto solo da un documentario".
Mendes ha proseguito: "Ho letto del documentario, che per noi è stata una vera sorpresa, sul sito Deadline. Ora che lo abbiamo visto abbiamo capito quanto sia una parte integrante della storia, alla pari di quella di Gerald Foos, Gay Talese e del motel. Il libro che abbiamo comprato non è assolutamente la versione definitiva della storia come si sosteneva. Per raccontare la vera storia, con un certo livello di autenticità, bisognerebbe quindi coinvolgere il team del documentario".
Il regista ha aggiunto che il lungometraggio che ha potuto visionare è fantastico e c'è del materiale incredibile, aspetti che però rendono quindi impossibile pensare di girare un film di finzione.
Mendes è rimasto sorpreso che nessuno avesse parlato del documentario ma non si è sentito tradito perché è convinto che l'autore non si potesse aspettare come il progetto sarebbe riuscito a sfiorare altre tematiche oltre quella del suo lavoro come autore, tra cui ad esempio le discussioni emerse sui media dopo l'annuncio della pubblicazione del libro, arrivando quindi a una narrazione simile a quella ideata per il film di Sam Mendes.