Il film "The Bride!" diretto da Maggie Gyllenhaal e interpretato da Christian Bale, viene criticato per il budget. Warner Bros. lo difende, sollevando il tema delle disparità di genere.
"The Bride!" di Maggie Gyllenhaal sfida Hollywood
Un film musicale ambientato nella Chicago degli anni '30, con Christian Bale nel ruolo della Creatura di Frankenstein e Jessie Buckley in quello della Sposa, ma soprattutto con la regia anticonformista di Maggie Gyllenhaal: The Bride! si preannuncia come una sferzata punk nel panorama hollywoodiano. Ispirato al classico del 1935 The Bride of Frankenstein, il progetto prodotto da Warner Bros. è finito sotto i riflettori ben prima dell'uscita prevista per il marzo 2026. Non per il cast stellare o per le atmosfere rétro surreali, ma per un motivo ben più spinoso: il budget. Cento milioni di dollari circa, secondo alcune fonti. Una cifra che, curiosamente, ha fatto storcere il naso a molti commentatori del settore - ma solo, pare, perché alla regia c'è una donna.

A sollevare il velo su questo doppiopesismo è Pamela Abdy, co-CEO di Warner Bros., che in un'intervista a The Hollywood Reporter ha difeso con forza la scelta di affidare un progetto di tale portata a Gyllenhaal: "Mi preoccupa molto che si pensi sia normale che ogni regista uomo passi da un film indipendente a un blockbuster da 150 milioni per la Marvel - che tra l'altro è un budget superiore a quello di The Bride! - mentre per Maggie non sia accettabile. Se fosse un uomo, non se ne parlerebbe nemmeno. Ma siccome è una donna... mi dispiace, è semplicemente sbagliato". E aggiunge: "Il film di Maggie è punk rock. È divertente. È audace. Ha Christian Bale, ha Jessie Buckley, ha un cast corale incredibile. Io e Mike [De Luca, l'altro co-CEO] crediamo in lei con tutto il cuore".
Nonostante le indiscrezioni su proiezioni test che non avrebbero convinto del tutto, The Bride! continua a suscitare curiosità - e polemiche. Al centro del dibattito non c'è però la qualità artistica del film, ma il suo prezzo. Un paradosso, se si considera che The Electric State dei fratelli Russo, costato oltre 300 milioni e accolto con appena il 15% di gradimento su Rotten Tomatoes, non ha scatenato reazioni altrettanto accese. Ma qui, come ricorda Abdy, non si tratta solo di numeri: "Ci piacerebbe che la gente permettesse ai registi di fare i propri film, di lasciarli uscire e che fosse il pubblico a vederli. Se poi non funzionano, va bene. Ma perché tanto accanimento su Maggie? Mi sembra abbia a che fare con il suo genere, devo essere sincera".