The Apprentice: Donald Trump attacca il film e il regista Ali Abbasi risponde alle critiche

Alcuni giorni fa Donald Trump aveva duramente criticato il film The Apprentice, ispirato alla sua vita, e il regista Ali Abbasi gli ha ora risposto sui social.

Sebastian Stan in una foto di The Apprentice

Il film The Apprentice è stato recentemente attaccato pubblicamente da Donald Trump, che non sembra aver apprezzato l'opera cinematografica ispirata alla sua vita, e il regista Ali Abbasi ha ora risposto alle critiche dell'ex presidente sui social.
L'appuntamento per vedere nelle sale il discusso progetto presentato in anteprima al Festival Cannes è stato fissato al 17 ottobre, grazie a BIM Distribuzione.

Le critiche di Donald Trump

Il politico, dopo il debutto nei cinema americani di The Apprentice - Alle Origini di Trump, lo ha duramente attaccato online sostenendo che fosse un film "disonesto, diffamatorio e politicamente disgustoso, fatto uscire proprio prima delle Elezioni Presidenziali 2024, per provare e fare del male al più grande movimento politico della storia della nostra nazione 'Make America Great Again!'".

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Donald Trump aveva poi aggiunto che la sua ex moglie, Ivana, era "una persona meravigliosa", con cui ha avuto un ottimo rapporto fino alla morte, smentendo una controversa sequenza del film in cui il miliardario aggredisce sessualmente la donna, interpretata sul grande schermo da Maria Bakalova.

Trump aveva concluso: "L'autore di questo mucchio di spazzatura, Gabe Sherman, un cialtrone senza una vita e privo di talento, che è stato ampiamente e da tempo screditato, lo sapeva, ma ha scelto di ignorarlo".

La risposta del regista

Il regista Ali Abbasi ha risposto in modo ironico all'attacco di Trump sui social, con un tweet in cui dichiara: "Grazie per averci risposto Donald Trump. Sono disponibile per parlarne ulteriormente se vuole. Oggi è un giorno pieno di impegni con molti incontri stampa per The Apprentice, ma potrei essere disponibile a telefonarle domani".

Tra i commenti il regista scherza anche sulla possibilità di dover continuare la sua carriera in carcere se l'ex presidente gli farà causa, e dichiara che in fondo si tratta comunque di pubblicità per il film, che potrebbe persino trarre beneficio dagli attacchi sui social.