Il regista di Sound of Freedom ha commentato le critiche negative ricevute dalla stampa per i presunti legami con QAnon e partiti politici.
Il progetto sul traffico di bambini diretto da Alejandro Monteverde, il cui sviluppo è iniziato nel 2015, è stata una delle sorprese ai box office americani del 2023, arrivando a quota 173 milioni di dollari incassati negli Stati Uniti e in Canda.
La reazione del filmmaker
Alejandro Monteverde ha spiegato a Variety che l'accoglienza negativa riservata a Sound of Freedom dopo alcune dichiarazioni del protagonista Jim Caviezel e di Tim Ballard lo hanno realmente ferito. Il regista ha sottolineato: "Sono stato davvero male. Ho pensato: 'Questo è completamente sbagliato. Non è vero'. Mi si è spezzato il cuore quando ho visto tutta questa polemica e le controversie in corso. Il mio istinto è stato di fuggire. Volevo nascondermi. Non volevo più rilasciare interviste".
Monteverde ha aggiunto: "Prima dell'uscita del film ho fatto un paio di interviste. Quando si assumono le persone non puoi controllare quello che fanno nel loro tempo libero. Ero un regista. Ho scritto una sceneggiatura. Ho assunto l'attore che pensavo fosse il migliore per questo film. L'argomento era davvero personale per lui. Jim Caviezel ha adottato tre bambini dalla Cina. Quando ci siamo incontrati e abbiamo parlato del progetto si è messo a piangere. E ho pensato: 'Wow, questo tizio è disposto a morire sul set'. Ed è quello che si vuole. Si vuole qualcuno che lavori per te. E si è totalmente immerso nel progetto".
Alejandro ha quindi aggiunto: "Cerco di non ripensarci e non avere rimpianti perché ora non posso farci nulla. Jim è venuto sul set. Non ho mai visto nessuno così impegnato e professionale sul set".
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Il legame con il protagonista
Il filmmaker ha successivamente aggiunto: "Quello che fanno dopo gli attori? Tutti hanno il diritto di dire la propria opinione. Nel caso di questo particolare film ha avuto un effetto negativo sul mio progetto. Ed è per questo che ne sto parlando invece di non parlare con nessuno. Per me, come autore, sceneggiatore e regista, è il momento di difendere lo scopo del film".
Alejandro ha quindi ammesso: "Ci sono persone che sono troppo vicine al film e sono coinvolte nella politica. Ho pensato: 'Vi voglio bene, ma devo mantenere le distanze'".
Rispondendo a chi ha etichettato il suo film come vicino ai seguaci di Trump e un thriller "cristiano", Monteverde ha inoltre ribadito: "Credo che etichette come 'basati sulla fede' escludano le persone e il mio obiettivo come filmmaker è di non escludere nessuno, ma di includere tutti, ogni tipo di spettatore. Abbiamo realizzato Sound of Freedom per chi crede, per chi non lo fa, e tutte le altre categorie di persone".