Tanta paura per Sigfrido Ranucci, due auto distrutte ma per fortuna nessun ferito. Ieri sera, poco dopo le 22:00, a Campo Ascolano, località di Pomezia, alle porte di Roma, una bomba ha fatto saltare in aria le automobili del giornalista e conduttore di Report e di sua figlia, che erano parcheggiate davanti all'abitazione di famiglia.
Le vetture, avvolte dalle fiamme, sono andare distrutte, ma nessuno è rimasto ferito nell'attentato. Solo mezz'ora prima, però, Ranucci e la figlia erano rientrati a casa. Raggiunto telefonicamente, il giornalista ha confidato che l'ordigno di ieri sera è stato solo il culmine di minacce che proseguono ormai da diversi mesi.
La ricostruzione: la figlia di Ranucci salva per pochi minuti

Intorno alle 22:00 di giovedì 16 ottobre 2025 due esplosioni in sequenza hanno distrutto le automobili del conduttore di Report e quella di sua figlia, parcheggiate davanti all'abitazione di famiglia a Pomezia.
I carabinieri, i vigili del fuoco e gli agenti Digos sono intervenuti immediatamente sul posto, avviando i rilievi tecnici e le indagini di rito che faranno seguito alla denuncia di Sigfrido Ranucci.
Al momento della doppia esplosione, che ha danneggiato anche il cancello d'ingresso e le parti esterne, il giornalista si trovava all'interno dell'abitazione, sua figlia era invece rientrata solo da 20 minuti. Ed è proprio a lei che è corso il primo pensiero del giornalista nella prima dichiarazione al Corriere della Sera seguita all'attentato: "Mia figlia è passata davanti alla mia auto pochi minuti prima dell'esplosione, potevano ammazzarla".
Non è ancora chiara la natura della bomba utilizzata ma è stato lo stesso Ranucci a spiegare che, in base ai primi rilievi, gli artificieri e la scientifica pensano si tratti di un ordigno rudimentale realizzato con almeno un chilo di esplosivo.
Le minacce precedenti: dai proiettili al tentativo di delegittimazione
Sotto scorta dal 2014, dopo aver ricevuto minacce di morte da parte della mafia, Sigfrido Ranucci ha fatto sapere a La Repubblica che sporgerà denuncia per quanto avvenuto ieri sera, anche se: "Io non so ancora dare una chiave di lettura a quello che è successo. Quello che ho fatto è mettere insieme un po' di cose che sono successe in questi mesi".
Ed è così che il conduttore di Report (che ripartirà su Rai 3 il prossimo 26 ottobre) ha confidato per la prima volta: "Io non le ho mai pubblicizzate pubblicamente, anche per tutelare le persone a me care. L'estate scorsa, un anno fa, abbiamo trovato i proiettili, due proiettili della P38 fuori casa. Poi c'è un elenco di situazioni particolari accadute negli ultimi mesi, a partire anche dal tentativo di delegittimazione nei miei confronti".
La sensazione però è che, oltre a quanto già accaduto in passato, oltre alle intimidazioni su cui la magistratura indaga ormai da tempo, questa volta la motivazione sia molto più vicina nel tempo: "Potrebbe non essere una coincidenza il fatto che pochi giorni fa ho annunciato i temi delle nuove inchieste di Report". Di cose si parlerà nelle nuove puntate? Finanziamenti a cultura, scuola e università, eolico, banche, sanità pubblica.