La situazione della famiglia Weinstein sembra aggravarsi ogni giorno di più.
Alle tante voci delle attrici vittime dei comportamenti da predatore del produttore si aggiunge ora quella del regista Michael Caton-Jones, che nel 1998 era al lavoro su B. Monkey - Una donna da salvare. Il filmmaker ha infatti raccontato che Harvey voleva obbligarlo a cambiare l'attrice protagonista perché non la considerava "scopabile". La scelta di Caton-Jones era Sophie Okonedo ma il produttore non era d'accordo: "Continuava a dirmi 'Pensi che sia scopabile?'. Quello era sempre al centro della situazione. Gli ho risposto 'Harvey, è la migliore attrice per la parte'. E abbiamo iniziato a discuterne. E' stato solo quando gli ho detto 'Non rovinare il casting di questo film perché vuoi andarci a letto' che è impazzito".
Il regista sostiene che Weinstein aveva dichiarato a Variety che se ne era andato dal set del film, costringendolo in modo implicito ad abbandonare il progetto e di non essere riuscito a far pubblicare la sua versione della storia perché i responsabili del magazine hanno risposto semplicemente ridendo. Il produttore sostituì quindi Caton-Jones con Michael Radford e la Okonedo con Asia Argento.
Il fratello di Harvey, Bob, non sembra a sua volta immune dalle accuse: Amanda Segel, produttrice esecutiva della serie The Mist, l'ha infatti accusato di molestie sessuali perché, durante l'estate del 2016, per tre mesi le ha fatto approcci romantici e l'ha invitata continuamente a cena fino a quando il suo avvocato, David Fox, ha informato i vertici di The Weinstein Company che avrebbe abbandonato il progetto se non avesse smesso di contattarla per questioni non professionali. Segel ha dichiarato: "'No' dovrebbe essere abbastanza. Dopo un rifiuto a uscire si dovrebbe rinunciare. Bob ha continuato a dirmi che voleva un'amicizia ma non era così, voleva di più. Spero che quel 'no' da ora in poi sia abbastanza".
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I portavoce del produttore hanno però smentito tutte le accuse sostenendo che il loro cliente è andato a cena con la Segel nel giugno 2016 e successivamente non ci sono state richieste inappropriate o comportamenti equivocabili, come dimostrano gli scambi di e-mail in cui non ci sarebbe alcun elemento a sostegna dell'accusa di molestie sessuali.
La produttrice ha invece spiegato che Weinstein l'avrebbe invitata a cena dopo aver chiesto ai suoi colleghi se fosse single e durante la serata, a cui la Segel aveva partecipato pensando che si trattasse di un incontro necessario a conoscere i responsabili della realizzazione di The Mist, le sono state poste domande personali e la sua età perché Bob 'non voleva frequentare nessuno più giovane della figlia'. Weinstein le avrebbe poi chiesto di accompagnarlo al suo hotel in macchina per poter dare la serata libera al suo autista e all'arrivo le ha chiesto di salire nella sua camera, ricevendo come risposta che non era assolutamente interessata a un coinvolgimento sentimentale. Dopo la serata Weinstein ha iniziato a inviarle delle e-mail personali e inviti per potenziali appuntamenti romantici, rifiutati più volte. La produttrice aveva poi partecipato a una cena insieme allo sceneggiatore Christian Torpe e Weinstein, successivamente, dopo la fine delle richieste l'avrebbe accusata durante una riunione, urlando, di non saper risolvere una questione che però non era di sua competenza, situazione che ha portato al coinvolgimento di un avvocato.
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