Una pioggia di coriandoli ha sancito la vittoria di Marco Carta, il giovane cantante sardo che grazie allo straordinario successo di vendite del suo primo album, è riuscito a partecipare nella sezione degli Artisti alla 59esima edizione del Festival di Sanremo con il suo brano La forza mia. Carta è stato il cantante che ha ricevuto il maggior numero di televoti insieme a Povia, con il suo controverso brano Luca era gay e a Sal Da Vinci, e alla fine è risultato vincitore anche di questa gara, dopo il successo della scorsa edizione di Amici, condotto da Maria De Filippi, che tra l'altro stasera è stata "madrina" del gran finale.
A dare il via alla serata finale di questa 59esima edizione del Festival è stato un energico Paolo Bonolis, ormai più sicuro dell'approvazione del pubblico, rispetto alla prima sera in cui era evidentemente teso e titubante: a gran voce il conduttore ha letteralmente scaldato il pubblico in galleria e in platea, e poi ha fatto entrare Arisa, la vincitrice della sezione Proposte 2009, che ha portato sul palco dell'Ariston l'ottimismo e la dolcezza della sua Sincerità, per la quale si sono alzati tutti i presenti.
Dopo una breve telefonata ad Antonella Clerici - che ha annunciato la nascita della sua bambina, la piccola Mael - la gara è proseguita con Sal Da Vinci, il trio Enzo Ghinazzi - Paolo Belli - Youssoun' Dour e poi finalmente è entrata in scena Maria De Filippi, che ha scherzato sulla grande emozione di essere per la prima volta davanti alle telecamere Rai, e in un'occasione così importante. La conduttrice gioca a fare la capricciosa, e si ostina a restare dietro le quinte con la scusa che la scalinata dell'Ariston non ha un corrimano. Poi sulle note di un brano scelto da Bonolis - più convincente de La cavalcata delle valchirie che aveva azzardato l'orchestra - la De Filippi finalmente scende a salutare il pubblico con tanta emozione e un look meno rigoroso del solito.
La De Filippi, che ha evitato l'incontro con i giornalisti in sala stampa semplicemente perchè si considera un'ospite della manifestazione, non una co-conduttrice, ha avuto per il Festival condotto da Bonolis solo parole d'elogio: "La serata di giovedì è stata una delle più belle" - ha affermato - "Un varietà nel festival. Questo Sanremo è stata un'operazione unica con svecchiamento del pubblico che è dipesa da come Bonolis ha impostato il festival, con grande attenzione ai particolari. Non è un festival che si parla addosso ma si rivolge alle persone che sono a casa". E' la volta di Alexia e Mario Lavezzi con la loro Biancaneve, e poi del primo ospite internazionale, Vincent Cassel, che proprio ieri ha presentato a Roma la prima parte del dramma in cui interpreta il gangster Jacques Mesrine. L'attore francese, sorridente e disponibile ha parlato dell'identità culturale del suo paese, di "donne con le palle" e del ruolo del maschio nella società moderna, e poi ha mostrato una scena del film in cui appare irriconoscibile, ingrassato di venti chili. Purtroppo neanche stavolta Bonolis riesce a condurre l'intervista in un modo che non sia imbarazzante per l'ospite - è il suo limite, in un Festival come questo, che tra l'altro è ben riuscito - e tira fuori cose come il Gioca Jouer di Claudio Cecchetto solo per un improbabile collegamento con la lingua parlata da Cassel. Dopo aver replicato sul palco dell'Ariston "la zidanata", che raffreddò i rapporti tra Francia e Italia, durante i mondiali del 2007, finalmente l'attore va via e la serata prosegue con l'arrivo di Ania, vincitrice di sanremoweb, alla quale viene assegnato il Leone d'Argento.
Arriva il momento di far entrare Annie Lennox, elegantissima e fasciata in un abito nero, alla quale si risparmiano le gag inutili per permetterle di parlare di un progetto umanitario che segue da tempo, e al quale tiene molto, ovvero Sing, tramite il quale sostiene i paesi africani colpiti dalla pandemia di AIDS. Annie Lennox - anzi Lexxon, come l'ha chiamata Bonolis - si è poi seduta al pianoforte per regalare al pubblico una splendida versione acustica di Why, il brano tratto dall'album Diva, incluso nella raccolta The Annie Lennox Collection, che in Italia è uscito proprio oggi. Senza alcun tentativo di dilatare il momento di suspence, Bonolis annuncia in ordine alfabetico i tre cantanti che hanno ottenuto il maggior numero di televoti, e si giocheranno la finale. Si tratta di Marco Carta, Povia e Sal Da Vinci, ed è proprio il cantante sardo il primo a esibirsi nuovamente, dopo l'assegnazione di un premio alla memoria di Mino Reitano. Seguono l'interprete di Luca era gay che ovviamente non ci risparmia un altro cartello, con tanto di emoticon, per ricordarci che "Ci prendiamo troppo sul serio ;-)" e poi Sal Da Vinci con l'appassionata Non riesco a farti innamorare. Si prende tempo con la lettura di Caro Sanremo scritta da Alda Merini, il Nessun Dorma di Mina che stavolta raccoglie le immagini più significative di questo 59esimo Festival di Sanremo, e vengono assegnati i premi paralleli a Povia, Arisa, agli Afterhours (che si presentano sul palco con i triangoli rosa, a sostegno della comunità gay) poi finalmente arriva il verdetto, anticipato via radio dalla Gialappa's Band: è Marco Carta il vincitore della 59esima edizione del Festival di Sanremo, che si chiude sulle note della sua canzone, La forza mia.