Rudolf Nureyev, uno tra i più grandi danzatori del XX secolo, è morto di AIDS nel 1993 a soli 54 anni. La vita del celebre ballerino russo naturalizzato austriaco è al centro di un film di Ralph Fiennes, Nureyev - The White Crow, adattamento cinematografico della biografia Nureyev: The Life scritta da Julie Kavanagh.
L'AIDS fece la sua comparsa intorno al 1982 e Rudol'f Nureev, sin dall'inizio, prestò poca attenzione alla pericolosità della malattia. Il ballerino contrasse il virus dell'HIV nella prima metà degli anni ottanta, tuttavia, per i primi tempi, negò che ci fosse qualcosa di anomalo riguardo alla sua salute nonostante il suo evidente ed inevitabile declino fisico.
Nureyev, nel 1991, cominciò a rassegnarsi al fatto che stesse lentamente morendo a causa della malattia anche se, noncurante delle conseguenze, continuò a viaggiare e a lavorare senza sosta al fine di portare in scena nuove versioni di balletti e commissionando alcuni dei più coreografici spettacoli del suo tempo.
Non appena rientrò a Parigi nel 1992, dopo aver visitato il Kazakistan, le sue già precarie condizioni di salute si aggravarono ulteriormente e fu ricoverato presso l'ospedale Nôtre Dame du Perpétuel Secours per sottoporsi a un delicato intervento chirurgico al cuore, ormai compromesso da una pericardite.
Il 20 novembre dello stesso anno Rudolf Nureyev venne nuovamente ricoverato e morì poco più di un mese dopo, il 6 gennaio 1993, a causa di una crisi cardio-respiratoria. Il 13 gennaio ebbe luogo il suo funerale, presso il foyer dell'Opéra Garnier di Parigi, sulle note di Giselle.