Roman Polanski evita l'arresto in Polonia

Il regista si trovava a Varsavia per l'apertura di un museo ebraico ed è stato fermato dalle autorità polacche su richiesta degli USA. Polanski è stato rilasciato poco dopo.

Cinque anni dopo l'arresto in Svizzera, revocato dopo un anno di detenzione tra carcere e domiciliari, Roman Polanski è stato fermato ancora una volta, stavolta in Polonia e sempre su richiesta delle autorità USA. Il motivo è sempre legato ad una condanna per stupro mai scontata dal regista, e che risale al 1977, anno in cui l'autore di Rosemary's baby - Nastro rosso a New York fu accusato di aver abusato di una ragazza di tredici anni mentre si trovava nella casa di Jack Nicholson.

Si tratta di una storia controversa, che ad ogni occasione solleva un dibattito acceso: è giusto che Polanski sconti una condanna per un episodio che risale a quasi quarant'anni fa? Si tratta di una sentenza giusta? La ragazza era consenziente? E nonostante siano passati tanti anni, il caso di Polanski continua a sollevare polemiche, tanto che il regista è stato costretto a cancellare la sua partecipazione al Festival di Locarno, la scorsa estate. (A questo link la notizia)

Stavolta Polanski si trovava a Cracovia per prendere parte all'inaugurazione di un museo ebraico ed è stato fermato dalle autorità locali su richiesta degli USA. Il regista ha fornito i suoi dati e recapiti alle autorità polacche e poi è stato rilasciato, come ha spiegato il ministro della giustizia polacco Mateusz Martyniuk: "L'estradizione era fattibile" - ha spiegato Martyniuk - "ma considerato che gli USA non ne avevano ancora fatto richiesta formale, Polanski è un cittadino libero ed è libero di viaggiare."
Polanski ha la doppia cittadinanza francese e polacca e il governo polacco non è obbligato ad estradarlo, ma può farlo se lo ritiene necessario.

Cannes 2012: Roman Polanski sul tappeto rosso, prima della premiere di Amour
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