Da mercoledì 27 febbraio, TuttoDante arriva in prima serata su Rai 2. Lo spettacolo che Roberto Benigni dedica alla Divina Commedia andrà in onda alle 21.05 e sarà il primo di dodici nuovi appuntamenti settimanali dedicati alla lettura e all'esegesi dei canti dell'Inferno, dall'XI al XXII. "È il momento di tornare nel profondo abisso - ha spiegato l'attore toscano, reduce dal successo de La più bella del mondo, lo show dedicato alla Costituzione italiana che ha tenuto incollati allo schermo 13 milioni di italiani - grazie a Dante assistiamo a uno dei più grandi miracoli letterari, e quando ci si trova dinanzi alla bellezza e alla grandezza nasce in noi una irrefrenabile voglia di farne parte".
Mercoledì 27 febbraio si inizierà con il canto XI: "Quello meno amato dai critici del passato e non solo - ha aggiunto Benigni - uno dei canti più straordinari per me. Dante ci dirà, con la stessa perizia di uno scienziato, com'è fatto l'Inferno, ci parlerà della sua struttura topografica e morale". Il poeta, sull'orlo del sesto cerchio, si serve di questo canto per definire la gerarchia dei peccati e la loro dislocazione. "Parla della finanza, dell'usura, di quei farabutti che ci fregano oggi come ieri. Dante - ha concluso Benigni - ci ha indicato una via di speranza, andando a scrutare i barlumi, le premonizioni e i tentennamenti dello spirito umano. È riuscito a dare a qualsiasi cosa del visibile e dell'invisibile un nome, a esprimere l'inesprimibile, a dare materia allo spirito. Ha usato lo stesso amore e lo stesso numero di parole per descrivere gli ordini angelici, il fondo del male e l'altezza del bene. A noi non resta che credergli perché lui esige di essere creduto, perché quel viaggio lo ha fatto davvero".
Le serate che andranno in onda sono le registrazioni di TuttoDante 2012, organizzato da Lucio Presta con la produzione esecutiva di Arcobaleno Tre e prodotto dalla Melampo, realizzate a Firenze in piazza Santa Croce la scorsa estate. Un evento grandioso, diretto da Stefano Vicario con la fotografia di Massimo Pascucci, che ha portato in piazza un totale di circa settantamila spettatori e coinvolto uno staff di oltre cento persone. Inoltre, per la prima volta in uno spettacolo del genere, è stata utilizzata la spidercam, che ha permesso di immortalare Firenze da un'altezza di 42 metri, offrendo inquadrature mozzafiato e dettagli del palco.
Ampi consensi di critica per TuttoDante dalla stampa: "Roberto Benigni è ormai diventato una maschera della commedia dell'Arte" si legge sul Corriere della Sera mentre l'Avvenire parla di "trionfo", di una "vera lezione sul Sommo Poeta", di "un'esegesi che arriva a tutti, intrisa della saggezza popolare che fa tornare alla mente come Dante fosse da sempre per tutti", e poi ricorda lo studio di lettura compiuto da Benigni che "modula le terzine con garbo, rispettando gli enjambements, il colore delle parole". Il Manifesto lascia spazio all'indubbia bravura di "Robertaccio" che "intona tutto a memoria, con consapevole empatia ma senza farsi travolgere, un verso dopo l'altro, analisi logica e analisi magica, una fessura, uno spioncino che si apre piano a volte e si spalanca sull'abisso e fa paura, perché Dante, Benigni lo sa bene, bisogna saperlo più che recitarlo, un monologo interiore...". Dell'affascinante viaggio ha parlato tra i tanti anche La Nazione: "Benigni spiega come solo lui sa fare, con incanto e con il cuore, con le parole semplici e piene con cui una mamma insegna al bambino (...) non è ancora mezzanotte. E non è finita. La gente non lo molla. Lui torna, sublime giullare, e sono applausi ancora. Cinque minuti di applausi e standing ovation. Grande Benigni. Grazie Benigni".