Ritorno al futuro 2: la bizzarra censura su Netflix

Alcuni fan di Ritorno al futuro 2 hanno notato un curioso caso di censura nella versione disponibile su Netflix negli Stati Uniti.

Ritorno al futuro Parte II: Michael J. Fox in una scena
Ritorno al futuro Parte II: Michael J. Fox in una scena

Alcuni fan di Ritorno al futuro 2 hanno notato un curioso caso di censura nella versione disponibile su Netflix negli Stati Uniti. Si tratta della sequenza in cui Marty McFly, convinto di essere tornato in possesso dell'Almanacco Sportivo rubato da Biff, scopre di avere invece tra le mani una rivista per soli adulti celata sotto la copertina dell'Almanacco.

Vediamo anche delle pagine della rivista, in realtà innocue per fini umoristici, con Marty che esclama ripetutamente "Oh là là", che è anche il titolo della pubblicazione. Ebbene, nonostante l'assenza di contenuti scabrosi, tale sequenza di Ritorno al futuro - parte II manca nella versione inclusa nel catalogo americano di Netflix, e i fan si sono lamentati della cosa su Twitter, principalmente perché il taglio è vistoso e maldestro. La cosa ha suscitato parecchie perplessità, dato che Netflix in teoria non presenta restrizioni legate ai contenuti, salvo per i profili appositamente impostati per utenti più giovani.

Al momento X/Twitter ha dei problemi
e non è possibile caricare il post
Ritorno al futuro Parte II: Christopher Lloyd in una scena nei panni di Doc
Ritorno al futuro Parte II: Christopher Lloyd in una scena nei panni di Doc

Questo curioso caso legato a Ritorno al futuro parte II è l'ennesima controversia legata a versioni censurate presenti sulle piattaforme: proprio nei giorni scorsi il regista inglese Francis Lee si è lamentato a mezzo Twitter dopo aver scoperto che Amazon Prime Video ha in catalogo un montaggio edulcorato del suo film La terra di Dio, ma in quel caso è emerso che si trattava di una censura preventiva del distributore americano, indipendente dalle strategie della piattaforma di streaming.

Ritorno al Futuro 4: ecco il sequel che (non) vorremmo

Probabilmente è un problema simile quello verificatosi con Netflix, che non ha il diritto di censurare i prodotti di terzi (e in generale ha modificato solo il finale della prima stagione di Tredici, rimuovendo la scena del suicidio). Ha fatto parlare di sé anche Disney+, che per alcuni titoli presenta modifiche minori ma evidenti, rimuovendo nudità e/o parolacce, ma in quel caso si tratta di produzioni Disney, e il più delle volte sono censure già presenti per quando quei film vanno in onda in TV in chiaro.