E' diventato una popstar internazionale con il brano I believe I can fly, colonna sonora del film Space Jam. Ha collaborato con Michael Jackson, Celine Dion e Lady Gaga. Ha venduto milioni di album. Ha vinto diversi Grammy. Ma R. Kelly, cantante e produttore musicale, nasconderebbe un lato oscuro. A svelarlo la docu-serie R. Kelly: vittime di una popstar in onda a marzo su Crime+Investigation (in esclusiva su Sky al canale 119) dopo il successo della messa in onda negli USA.
Celebrato come uno dei più grandi cantanti R&B degli ultimi anni e famoso anche per il suo stile di vita fatto di lusso ed eccessi, R. Kelly è stato accusato di atti di violenza, molestie sessuali e pedofilia: accuse che, però, non hanno trovato una conferma nelle aule dei tribunali. Ora familiari, colleghi e stretti collaboratori di Kelly hanno deciso di raccontare alle telecamere la propria versione dei fatti, portando nuove accuse contro il comportamento violento del cantante afro-americano. Sono oltre cinquanta le persone intervistate, tra cui l'ex moglie, le fidanzate e i fratelli di R. Kelly nonché i musicisti John Legend e Sparkle.
R. Kelly: vittime di una popstar ha ottenuto ottimi ascolti negli Stati Uniti. Trasmessa dal canale Lifetime del gruppo A+E Networks (titolo originale Surviving R. Kelly), è stata vista da oltre due milioni di spettatori. E ha suscitato numerose polemiche. L'avvocato di R. Kelly ha respinto con forza le accuse. Su Instagram la figlia Joann Kelly ha scritto che sta pregando "per tutte le famiglie e le donne che sono state colpite dalle azioni di mio padre". Lady Gaga ha chiesto e ottenuto che Do what you want, il brano realizzato insieme a Kelly, sia ritirato dalle piattaforme streaming. Le autorità locali dell'Illinois hanno cancellato un concerto a Springfield poiché prevedeva la partecipazione del cantante.