Anche Shannon Lee, figlia di Bruce Lee, è intervenuta su C'era una volta a... Hollywood e sulla rappresentazione di suo padre nel film di Quentin Tarantino. In occasione di una lettera aperta pubblicata su The Hollywood Reporter, la figlia dell'attore è tornata sull'argomento già oggetto di polemiche all'uscita del film dichiarando di essere "stanca del modo in cui gli uomini bianchi di Hollywood raccontano la figura di mio padre".
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La lunga lettera di Shannon Lee su Bruce Lee arriva in risposta alle ultime dichiarazioni di Quentin Tarantino in merito a Bruce Lee: "Sono veramente stanca del modo in cui gli uomini bianchi di Hollywood raccontano mio padre. Perché Quentin Tarantino parla come se conoscesse davvero Bruce Lee e lo odiasse? La verità è che non lo ha mai conosciuto! Il ritratto che Tarantino ha fatto di Bruce Lee in C'era una volta a... Hollywood è falso, inaccurato e per nulla necessario. Tutti parlano di lui come fosse antipatico e stronzo. Nessuno sa, però, quanto si sia impegnato per affermarsi a Hollywood durante gli anni Sessanta e Settanta e quanto fosse difficile per lui aprire bocca sul set, in quanto persona immigrata e di colore. Sono stanca degli uomini bianchi di Hollywood che scambiano la sua passione e il suo impegno per mera tracotanza".
La figlia di Bruce Lee non le ha mandate di certo a dire e ha continuato: "Sono stanca degli uomini bianchi di Hollywood che non riescono ad accettare che mio padre sia riuscito a fare certe cose molto meglio di quanto siano riusciti loro! Mi infastidisce il fatto che in molti non lo considerino nemmeno americano (lui è nato a San Francisco) e che si tenda a sottovalutare ciò che ha fatto nell'ambito del mondo del kung-fu. Bruce Lee ha contribuito alla diffusione mondiale delle arti marziali e, attraverso la sua filosofia, ha ispirato migliaia di persone".
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La polemica è nata in seguito alla rappresentazione di Bruce Lee in C'era una volta a... Hollywood a opera di Quentin Tarantino. Nel corso di una sequenza del film, infatti, il personaggio interpretato da Brad Pitt si batte con Bruce Lee (portato in scena da Mike Moh) e lo sconfigge senza alcuna difficoltà. A questo proposito, Shannon Lee ha continuato: "Comprendo l'intento di Quentin Tarantino. Cliff Booth è davvero uno stronzo, è molto forte, è una sorta di killer. Non condivido, però, la rappresentazione stereotipata di mio padre... Mi infastidisce il fatto che nessuno sia interessato a comprenderlo veramente e che tutti si limitino a fornire una mera rappresentazione stereotipata".
Infine, Shannon Lee ha concluso la sua missiva in questo modo: "In un'epoca come la nostra in cui gli asiatici vengono continuamente attaccati fisicamente e viene intimato loro di tornare a casa, suggerirei a Quentin Tarantino di evitare di continuare a rappresentare in modo negativo ed errato chi appartiene alla comunità asiatica negli Stati Uniti. Mr. Tarantino, non è necessario che ti piaccia Bruce Lee. Quello che le chiedo è di evitare di parlarne male, di rispettare altre culture che non conosci e di non alimentare altro conflitto nel mondo".
In occasione della sua partecipazione al podcast di Joe Regan, Quentin Tarantino è intervenuto sulla questione e ha dichiarato di comprendere la posizione di Shannon Lee: "Capisco tutto, comprendo il suo punto di vista. D'altronde, si tratta di suo padre". Per il resto, Tarantino si è dichiarato esitante sull'argomento e ha voluto evitare che l'intervista fosse soltanto per il suo commento su Bruce Lee.