Dietro il sorriso ostinato di Ash Ketchum, il protagonista principale della serie sui Pokémon, si cela una solitudine più profonda di quanto i fan abbiano mai immaginato. L'episodio speciale Distant Blue Sky! rivela quanto l'assenza del padre abbia segnato il giovane allenatore, dando nuovo significato al suo viaggio e al perché, nonostante tutto, continui a inseguire sogni, creature leggendarie e legami sinceri.
Pokémon, la ferita mai guarita di Ash Ketchum
Per oltre un quarto di secolo, Ash Ketchum è stato il volto radioso dell'universo Pokémon: instancabile, ingenuo, determinato. Ma in Distant Blue Sky!, episodio speciale della serie Pokémon: Journeys, emerge un'ombra mai davvero affrontata: l'assenza ingombrante di suo padre. La puntata, ambientata in una timeline alternativa introdotta con il film Pokémon: I Choose You!, segue Ash mentre cerca di raggiungere la madre per una sorpresa: il ritorno, fugace e imprevisto, del padre. Ma il fato è crudele, e tra imprevisti e ritardi, il ragazzo arriva troppo tardi. Suo padre è già ripartito per lavoro, lasciandogli solo un cappello nuovo come ricordo - un oggetto che Ash stringe con forza mentre piange, senza nemmeno riuscire a spiegare da dove venga quel nodo alla gola. Il dolore, celato dietro il sorriso di un bambino di dieci anni, si mostra finalmente in superficie, restituendo una dimensione intima a un personaggio spesso trattato come invulnerabile.

L'episodio, sebbene collocato in una realtà parallela, apre a riflessioni valide anche per l'Ash "classico". Entrambi condividono personalità e spirito, e nulla vieta di pensare che quella malinconia repressa valga per entrambi. "Ash forse ha deciso di seppellire quel dolore e continuare a correre," suggerisce l'autore dell'articolo. E se ripensiamo alle sue prime avventure - impulsivo, testardo, allergico all'autorità - quei comportamenti potrebbero riflettere un modo infantile di sopravvivere a un vuoto affettivo.
Ma è anche vero che lungo la strada Ash ha trovato qualcosa di simile a una famiglia: Brock, Misty, Serena, e tutti quei legami che, seppur temporanei, gli hanno insegnato fiducia, ascolto, resilienza. Non avrà mai visto crescere un padre accanto a sé, ma nel corso di quel lunghissimo viaggio, ha imparato comunque a diventare uomo.