Pedro Almodóvar e Halina Reijn, due tra i più acclamati registi contemporanei, si sono confrontati su temi complessi e profondamente umani come la morte, il sesso e la repressione sociale, esplorati nei loro ultimi film. Pedro Almodóvar ha offerto profonde riflessioni sulla tematica della morte e sul processo creativo dietro La stanza accanto.
Pedro Almodóvar e Halina Reijn riflettono su morte, sesso e tabù nell'era del #MeToo
Durante una recente intervista, il regista spagnolo ha condiviso la sua personale visione su uno dei temi più universali e temuti. "La morte è qualcosa che non accetto e non comprendo," ha dichiarato. "Dopo che il corpo si esaurisce, sono certo che lo spirito continui a esistere in qualche forma, ma è un mistero che mi affascina e mi inquieta."
Almodóvar, con il suo La stanza accanto, intreccia amicizia e eutanasia in una storia che celebra la vitalità anche di fronte alla morte. Halina Reijn, invece, provoca con Babygirl, dove una potente Nicole Kidman dà vita a un personaggio che esplora il lato oscuro dei desideri repressi. Reijn ha raccontato che il suo film nasce da una domanda universale: "Siamo bestie o esseri civilizzati?" Per lei, la vera femminilità sta nell'abbracciare ogni aspetto di sé, incluso ciò che la società spesso reprime. "Volevo creare un personaggio femminile che fosse madre, amante e allo stesso tempo capace di esplorare la propria oscurità," ha spiegato la regista.
Entrambi hanno concordato sull'importanza di affrontare argomenti delicati senza paura. Almodóvar ha sottolineato come l'era del #MeToo abbia portato cambiamenti significativi, ma ha anche espresso il timore che certi temi vengano censurati. "Non possiamo ignorare ciò che è oscuro dentro di noi; discuterne porta guarigione," ha ribadito Reijn, che ha persino utilizzato i suoi film per aprire conversazioni su argomenti tabù come il piacere femminile.
Nel film, Almodóvar esplora il tema dell'eutanasia attraverso la storia di un personaggio che sceglie di controllare il proprio destino. "Non volevo fare un film oscuro o sordido," ha spiegato. "La morte, in questo caso, è un atto di autodeterminazione. La protagonista è padrona della sua vita e anche della sua morte, e credo fermamente che questo sia un diritto umano fondamentale."
Riguardo al suo approccio registico, Almodóvar ha raccontato di aver trovato grande ispirazione lavorando con Tilda Swinton e Julianne Moore. "Sono attrici uniche. Con loro ho lavorato con meno prove e riprese rispetto ai miei film spagnoli, perché erano già pronte dal primo take," ha detto. "A volte, nel mio lavoro in spagnolo, mi capita di fare fino a venti riprese per una scena, ma con Tilda e Julianne erano sufficienti due o tre."
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Infine, il regista ha rivelato un momento di vulnerabilità sul set: "C'è stato un giorno in cui mi sono nascosto in bagno per piangere," ha confessato. "Da regista, sei tutto per i tuoi attori: padre, madre, amante, fratello e, a volte, persino nemico. Ma ci sono emozioni che non puoi trattenere, e questo mi ricorda quanto sia importante il lato umano nella creazione artistica."