Paul Schrader ha ufficialmente terminato le riprese principali del suo nuovo progetto, The Basics of Philosophy, descritto come un ritorno alle atmosfere intime e introspettive che hanno contraddistinto alcuni dei suoi lavori più apprezzati.
Il film, girato tra Kansas City, New Haven e Los Angeles nel corso di sei intense settimane, è ora entrato in fase di post-produzione. Oggi il regista ha condiviso una prima immagine di The Basics of Philosophy, che potete vede qui sotto.
Un professore solitario al centro della nuova parabola esistenziale di Schrader
Il progetto vede protagonista Jack Huston, affiancato da Sofia Boutella, ed è stato definito da Schrader stesso una naturale estensione della sua trilogia tematica iniziata con First Reformed e proseguita con The Card Counter e Il maestro giardiniere. Anche in questo caso, la storia ruota attorno a un uomo solo, chiuso in una stanza, intento a scrivere un diario e riflettere sulla propria esistenza: stavolta si tratta di un docente universitario di filosofia, alle prese con una crisi personale e intellettuale.
Huston, noto per ruoli in Boardwalk Empire e American Hustle - L'apparenza inganna, porta sullo schermo un personaggio introverso, immerso in una narrazione contemplativa. Recentemente ha anche debuttato alla regia con Day of the Fight, dimostrando una maturità artistica sempre più riconosciuta. Al suo fianco troviamo Sofia Boutella, attrice franco-algerina emersa tra cinema indipendente e blockbuster, da Kingsman a Climax, fino a Star Trek Beyond.
Dopo Cannes, un nuovo capitolo per il regista
Nonostante alcuni problemi di salute affrontati negli ultimi anni, Schrader continua a sorprendere per la sua produttività. Solo pochi mesi fa ha presentato Oh, Canada in concorso a Cannes 2024, mentre ora si prepara a lanciare un nuovo film già pronto per la stagione dei festival. L'uscita di The Basics of Philosophy potrebbe avvenire nel 2026, e gli osservatori scommettono su una première a Venezia o un possibile ritorno sulla Croisette.
The Basics of Philosophy sembra confermare l'ossessione di Schrader per personaggi tormentati, isolati, che cercano una verità attraverso la scrittura, la riflessione o la solitudine. Il titolo, volutamente essenziale, lascia presagire una riflessione sulla natura stessa dell'uomo e sul bisogno di senso, temi cari al regista fin dai tempi di Mishima, Affliction e Auto Focus.