Paolo Borsellino: la ricostruzione della Strage di Via D'Amelio in cui morì il magistrato

Ecco una breve ricostruzione della Strage di Via D'Amelio, in cui morì Paolo Borsellino, attraverso le parole del fratello del magistrato: Salvatore Borsellino.

Paolo Borsellino è stato un magistrato italiano assassinato nella Strage di Via D'Amelio, strage di cui proveremo a fare una breve ricostruzione attraverso le parole del fratello, che assieme a Giovanni Falcone è considerato una delle personalità più importanti nella lotta alla mafia in Italia e a livello internazionale.

Il 19 luglio 1992 Borsellino si recò insieme alla sua scorta in via D'Amelio, dove vivevano sua madre e sua sorella Rita. Alle 16:58 una Fiat 126 carica di tritolo, parcheggiata sotto l'abitazione della madre, esplose al passaggio del giudice, uccidendo oltre a Borsellino anche i cinque agenti di scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

Il 24 luglio circa 10 000 persone parteciparono ai funerali privati di Borsellino: i familiari del magistrato rifiutarono il rito di Stato. La moglie Agnese accusava il governo di non aver saputo proteggere il marito e volle una cerimonia privata senza la presenza dei politici.

Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, tentando di ricostruire la Strage di Via D'Amelio parla, molto chiaramente, di "strage di Stato": "Perché quello che è stato fatto è proprio cercare di fare passare l'assassinio di Paolo e di quei ragazzi che sono morti in via D'Amelio come una strage di mafia. Hanno messo in galera un po' di persone e in questa maniera ritengono di avere messo una pietra tombale sull'argomento."

"Devo dire che purtroppo una buona parte dell'opinione pubblica, cioè quella parte che assume le proprie informazioni semplicemente dai canali di massa - televisione e giornali - è caduta in questa trappola." Continua il fratello di Paolo Borsellino. "Quello che noi invece cerchiamo in tutti i modi di far capire alla gente è che questa è una strage di stato e vogliamo far capire anche che esiste un disegno ben preciso che non fa andare avanti certe indagini, non fa andare avanti questi processi, che mira a coprire di oblio agli occhi dell'opinione pubblica questa verità, una verità tragica perché mina i fondamenti di questa nostra repubblica. Oggi questa nostra seconda repubblica è una diretta conseguenza delle stragi del '92."