È tempo di Oscar a Ultrapop Festival: i nostri Luca Liguori e Giuseppe Grossi, e colui che ogni anno accompagna la nostra Notte degli Oscar sulle reti italiane, Francesco Castelnuovo, sono stati protagonisti di un dibattito all'insegna di ciò che rende gli Academy Award sempre rilevanti nella conversazione cinematografica odierna.
"Di maratone lui se ne intende" e infatti, Francesco Castelnuovo al panel su Twitch arriva munito di snack, bevande e sigarette, e subito viene interrogato dai nostri sulla sua personale percezione degli Oscar.
"In un certo senso è un po' una teoria delle stringhe: gli Oscar vanno un po' sul commerciale, un po' sull'Arthouse, ma alla fine tutti lo amano e tutti amano parlarne"
"Storicamente, gli Oscar sono percepiti come un'emanazione di Hollywood, e lo sono, ma questo può voler dire molte cose. Da un po' di anni a questa parte però, in una percentuale molto bassa gli Oscar hanno rispettato il botteghino" spiega Castelnuovo, e ricorda la "battaglia" tra The Hurt Locker e Avatar, vinta dal primo.
"In un certo senso doveva vincere Avatar" afferma, anche se lui tifava per The Hurt Locker "Quindi questo va contro quelli che ancora ce la menano con la storia degli Oscar e l'imperialismo cinematografico".
"Gli Oscar si sono disegnati una comfort zone nuova per fare ciò che fanno gli Indipendent Spirit Awards la sera prima, meno in pompa magna" continua Castelnuovo.
Tutti vorrebbero più Marvel agli Oscar, osserva Liguori, ma poi è l'Academy stessa a prendere le distanze.
Da Brokeback Mountain (che non ha vinto) a No Country for Old Men (che ha vinto), tra La La Land e Moonlight (e sappiamo tutti chi ha vinto), di controesempi per chi è convinto che gli Oscar vadano di pari passo col botteghino ce ne sono eccome, in barba all'idea del "Cinema come arma di distrazione di massa".
Così quando si parla della categoria "Film Popolare", Castelnuovo afferma: "Se ci fosse una categoria del genere farebbe bene sia in termini di ascolti che di chiarezza"
E infatti gli ascolti ultimamente non è che siano dei migliori, tutt'altro...
"La cerimonia degli Oscar è diventata più noiosa" diciamolo. La mancanza del presentatore, scelto quasi con la stessa cura e solennità del Papa, commenta, si sente.
Insomma, vanno bene le questioni sociali, ma ricordiamoci che questo è anche entertainment.
"Una volta era un evento" e ci mostra il quadernino dedicato alle vecchie notti degli Oscar che si faceva da ragazzo, con tanto di ritagli di giornale di articoli sull'argomento.
E lui, che dal guardare la cerimonia sullo schermo di casa, è passato all'essere sullo schermo di ogni casa "Io ho realizzato un sogno" rivela, e ricorda la Notte degli Oscar del 2002, la prima come conduttore, con 12 ospiti in studio (tra cui Marco Müller e Francesca Calvelli).

Ma gli Oscar sono anche fonte di veri e propri traumi per le anime cinefile, e come non citare la débâcle La La Land vs. Moonlight.... Il premio era meritato? È ciò che viene chiesto a Mr. Oscar, che risponde: "Moonlight cinematograficamente non ha avuto un grande seguito. È servito a risvegliare l'attenzione su temi importanti, e gli Oscar servono anche quello, ma io non ho visto una continuità di questo filone".

Francesco però, nel quadro del panorama recente, vuole spezzare una lancia in favore di Jim Carrey e del suo mancato Oscar per The Truman Show.
"È il 1999, l'anno di Salvate il Soldato Ryan che vince il premio per il miglior montaggio, e Jim Carrey lo presenta dicendo 'Buonasera, sono qui solo per presentare il Premio per il Miglior Montaggio. Solo per questo'" e con il suo "Chi se ne importa", il suo "pianto"... "Lì l'attore ha dimostrato tutta la sua grandezza".
Ma cos'è questo Oscar, perché è tanto ambito? "È un idolo, e come tutti gli idoli, ha i suoi caratteri di superstizione, rituali... Non è che se vinci l'Oscar sei arrivato".
E come si arriva ad ottenerlo? Si parla di "Oscar Lines" vs. sofisticatezza di rimandi, di battute e citazioni, e delle varie motivazioni che possono portare l'Academy a votare un film piuttosto che un altro.
"Il macro-genere più potente alla fine sono i sentimenti. Io personalmente sono un fan del cinema 'caldo'" commenta il conduttore.
E a proposito di sentimenti, la Notte degli Oscar ci dona tanti momenti incredibili, e Castelnuovo condivide il suo preferito: "Negli undici anni consecutivi in cui ho avuto l'onore di condurre gli Oscar su Sky, il momento più bello sul palco credo sia stato la performance danzante di quei ballerini che presentarono le varie colonne sonore candidate nel 2010... A me ancora oggi vengono i brividi. Un grande spettacolo di arte".
E dopo la cerimonia... Si festeggia. Anche qui, l'Uomo degli Oscar, dice la sua: "A proposito di dove vanno a festeggiare dopo gli Oscar... Ang Lee vinse il suo secondo Oscar per Vita di Pi, e c'era questa foto di lui che si mangiava un panozzo sull'Hollywood Boulevard! È The King per me!".
Su questa divertente nota si chiude una conversazione che potrebbe espandersi per ere intere, proprio come il fascino stesso del suo argomento. E intanto, che si sia d'accordo o meno con le scelte fatte dall'Academy, siamo ancora qui ad attendere la prossima cerimonia degli Oscar, che nel 2021 si terrà la notte del 25 aprile. Notte che passeremo, ovviamente, incollati davanti al televisore, in compagnia di Francesco Castelnuovo.