E' durato meno di due giorni il suo ruolo di presentatore della notte degli Oscar 2019. Ora, per via di alcuni tweet e battute omofobe di qualche anno fa, Kevin Hart vi ha rinunciato. Una decisione presa non certo a cuor leggero, visto che il passo indietro dell'attore e comico afroamericano è arrivato dopo una lunghissima giornata di discussioni e polemiche sui social e sui principali network americani. Anche la stessa Academy aveva dato un ultimatum ad Hart: scusarsi o lasciare l'incarico.
"Ho scelto di lasciare la conduzione della cerimonia degli Oscar di quest'anno, perché non voglio rappresentare una distrazione in una notte che dovrebbe essere celebrata da così tanti artisti di talento. Mi scuso sinceramente con la comunità LGBTQ per le parole insensibili che ho utilizzato in passato". Queste le parole scritte da Kevin Hart su Twitter in cui comunica la decisione di lasciare lo show: "Mi dispiace aver ferito le persone, mi sto evolvendo e voglio continuare a farlo. - ha aggiunto - Il mio obiettivo è di unire le persone e non dividerle. Tanto amore e gratitudine per l'Academy. Spero che ci incontreremo di nuovo".
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Queste parole però cozzano con quanto detto poche ore prima su Instagram. Le discussioni era già esplose su Internet ma l'attore di Jumanji - Benvenuti nella giungla non era per niente intenzionato a ritrattare la sua posizione. Nel video diceva chiaramente: "Non permetterò che questa follia mi causi frustrazione o rabbia, specialmente quando ho lavorato duramente per arrivare alla situazione mentale in cui mi trovo ora. Quelli del mio team mi chiamano continuamente: 'Oddio, Kevin, nell'ambiente sono tutti arrabbiati per dei tweet che avevi fatto anni fa'. Ragazzi, ho quasi 40 anni. Se non pensate che le persone possano cambiare, crescere, evolvere, non so cosa dirvi. Se volete tenere costringere le persone a continuare a giustificarsi o spiegare il proprio passato, fate pure. Ma sono la persona sbagliata. Sto da dio, sono maturato molto e tutto ciò che faccio è diffondere positività". E di fronte all'aut-aut aveva specificato: "Ho detto che non avevo intenzione, perché ne ho parlato già diverse volte in passato. Non è la prima volta che questa cosa riemerge. Se andrà a finire male, grazie dell'opportunità, Academy".
Le frasi incriminate risalgono ad un periodo che va dal 2009 al 2011 e sono tutte di contenuto omofobo. Nel 2010, durante un suo spettacolo aveva detto che "Una delle mie più grandi paure è che mio figlio cresca e diventi gay", mentre in un post di qualche anno prima aveva specificato che non avrebbe fatto giocare suo figlio con le bambole perché lo avrebbe reso omosessuale. Hart si era però sempre difeso dicendo che erano solo battute, anche se politicamente scorrette, tanto che in una intervista su Rolling Stones aveva rivelato che non avrebbe più fatto simili uscite perché "quando le ho fatte i tempi non erano così sensibili come lo sono ora", aveva spiegato.
Ora però l'Academy deve trovare alla svelta un sostituto, tenendo conto che anche l'annuncio di Hart era arrivato più tardi rispetto alla tradizionale tabella di marcia. Ma d'altronde non è la prima volta che la cerimonia degli Oscar si trovi in alto mare per situazioni simili: a fine 2011 sempre per parole dello stesso tenore, fu costretto a lasciare lo show il regista Brett Ratner, seguito a ruota da Eddie Murphy e venne ingaggiato Billy Crystal, un habituè della 'notte delle stelle'. L'Academy al momento, interpellata da Variety, non ha commentato la notizia, ma verosimilmente nelle prossime ore è lecito aspettarsi qualche novità in merito.
I have made the choice to step down from hosting this year's Oscar's....this is because I do not want to be a distraction on a night that should be celebrated by so many amazing talented artists. I sincerely apologize to the LGBTQ community for my insensitive words from my past.
— Kevin Hart (@KevinHart4real) 7 dicembre 2018