Tiller Russell, regista di Night Stalker - Caccia a un seriale killer, ha raccontato il dettaglio inquietante rivelatogli dall'avvocato di Richard Ramirez, il serial killer i cui omicidi vengono raccontati nel documentario Netflix. Secondo l'avvocato Russell infatti, molti omicidi di Ramirez resteranno senza risposta.
A partire da questa settimana è possibile trovare nel catalogo Netflix un documentario che punta ad inquietare l'animo degli spettatori, Night Stalker: caccia a un serial killer. Il titolo dell'opera non è stato scelto a caso ma rappresenta proprio il soprannome dato all'uomo intorno al quale tutto gira, ovvero Richard Ramirez. Parliamo di un tristemente noto serial killer statunitense, colpevole di aver ucciso almeno 13 persone nel giro di cinque mesi nel 1985, prima di essere catturato. Per i suoi crimini, che alla fine ammontavano a ben 41, venne condannato nel 2006 alla pena di morte tramite gas letale ma la sua esecuzione non è mai avvenuta. Slittò infatti per scelta della Corte Suprema, fino alla morte prematura di Ramirez, avvenuta nel 2013 quando aveva 53 anni, a seguito di un'insufficienza epatica. Una particolarità riguardante la detenzione di Richard Ramirez, riguarda il suo talento artistico: anche lui, infatti, dipinse quadri molto richiesti, proprio come fece John Wayne Gacy, il criminale conosciuto anche come Killer Clown.
Night Stalker racconta quindi il percorso che portò gli agenti di polizia Frank Salerno e Gil Carrillo ad incastrare ed incarcerare Ramirez. Nella metà degli anni ottanta, l'assassino terrorizzò gli abitanti di Los Angeles e San Francisco, intrufolandosi di notte nelle case delle sue vittime. Alla fine, il lavoro portato avanti soprattutto da due investigatori portò all'individuazione del colpevole e all'avvio di una vera e propria caccia all'uomo.
La docuserie diretta da Tiller Russell sarà composta da quattro episodi e alternerà immagini di repertorio, ricostruzioni, interviste ed anche un audio in cui si sente la voce dello stesso Ramirez che racconta la sua storia mentre si trova in prigione. Durante una recente intervista rilasciata ad Entertainment Weekly, Russell ha spiegato il motivo per cui ha scelto di concentrare il documentario più su Gil Carrillo che su Ramirez: "Abbiamo deciso che non avremmo reso affascinante questa persona che all'epoca, dopo essere stato catturato, diventò un improbabile sex symbol satanico in un'atmosfera da circo. C'era questa mitologia su di lui e aveva tutte queste groupie e fan. I media lo trattavano come il Jim Morrison dei serial killer e mi è sempre sembrata un'assurdità". Inoltre, Russell ha rivelato un dettaglio inquietante, rivelatogli direttamente dall'avvocato di Ramirez: "Ciò che mi ossessiona è che il suo avvocato mi ha detto che ci sono altri casi là fuori riconducibili a lui. Successivamente, le prove del DNA lo hanno collegato a molti altri omicidi tra cui uno di un bambino e due sorelle a San Francisco. Chissà quante altre persone ci sono là fuori con domande senza risposta? Questo per me è ciò che è davvero straziante".