Night Stalker: caccia a un serial killer: il documentario Netflix sull’omicida che terrorizzò la California

La recensione di Night Stalker: caccia a un serial killer, il documentario Netflix che racconta il caso dell'omicida seriale Richard Ramirez.

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Night Stalker: caccia a un serial killer - Richard Ramirez appare in una scena della serie Netflix

Il true crime è un genere molto ben rappresentato tra i documentari disponibili su Netflix: era solo una questione di tempo che ad arricchirne il catalogo arrivasse la storia di uno dei più spaventosi e terrificanti serial killer di sempre, Richard Ramirez detto Night Stalker. In questa recensione di Night Stalker: caccia a un serial killer, vedremo come il documentario diretto da Tiller Russell cerchi di raccontare quanto accadde nell'estate del 1985 in California da una prospettiva la più ampia possibile, utilizzando come principali narratori Gill Carrillo e Frank Salerno, i due detective della omicidi - ormai divenuti delle vere e proprie leggende - che diedero il maggiore contributo nella cattura di Ramirez.

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Night Stalker: caccia a un serial killer - un'immagine tratta dalla serie Netflix

La testimonianza diretta dei due permette sì di scavare nei fatti da una punto di vista senza dubbio privilegiato, ma purtroppo finisce per trasformare la docuserie in una sorta di buddy movie a tratti più interessato a raccontare di come questi due detective, risolvendo il caso, siano diventati degli eroi locali. Non c'è nulla di male in questo, si tratta di una scelta narrativa che comunque rende il documentario estremamente coinvolgente, però si finisce necessariamente per dare meno spazio ad alcune tematiche davvero interessanti, come ad esempio il ruolo negativo dei media nella vicenda, che viene solo accennato e non approfondito. I quattro episodi di Night Stalker sono capaci di catturare e trascinare lo spettatore. A volte alcune scelte registiche non sono forse le più adatte per raccontare una storia di questo genere (e ci riferiamo in particolare a certe animazioni, al montaggio e alle musiche che vengono inserite in alcuni momenti in particolare), ma questo non rende la narrazione meno affascinante.

Una sanguinosa estate californiana

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Night Stalker: caccia a un serial killer - Anastasia Hronas in una scena della serie Netflix

Che cosa rende quello di Ramirez un caso così inquietante e particolare, se paragonato ad altri killer statunitensi? Il Night Stalker non aveva un tipo di vittima preferenziale, sfogava infatti la sua furia omicida su uomini e donne, giovani, anziani e addirittura bambini. Inoltre a volte non uccideva nemmeno, ma si limitava alla violenza sessuale. Proprio la difficoltà ad inquadrare in questo senso il suo modus operandi ha fatto sì che in un primo momento non gli venissero nemmeno attribuiti tutti i delitti e le brutalità che aveva commesso. È stato Gill Carillo, giovanissimo detective della omicidi di Los Angeles, a riconoscere le prime connessioni tra i casi di violenza sessuale su bambini che venivano rapiti dai loro letti (ed in seguito rilasciati) e gli adulti uccisi a colpi di arma da fuoco sempre durante il sonno. Se inizialmente nessuno voleva credergli - non si conoscevano casi del genere nella letteratura criminale - l'appoggio dello stimatissimo Frank Salerno (che aveva risolto il caso dello Strangolatore di Hillside) e il ritrovamento dello stesso tipo di impronta in tutte le scene del crimine, costrinsero anche i più scettici a cambiare idea. Richard Ramirez terrorizzò Los Angeles e il resto della California (alcuni degli omicidi avvennero infatti a San Francisco) durante l'estate del 1985: la task force messa in campo per la sua cattura fu davvero mastodontica, ma riuscire ad incastrarlo fu davvero difficile. L'intralcio dei media, poi, che diffusero una serie di informazioni riservate che fecero sì che modificasse il suo modo d'agire, mise i bastoni tra le ruote ai detective, che per molto tempo si ritrovarono quasi a girare a vuoto.

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Night Stalker: caccia a un serial killer - un'immagine della serie Netflix

Night Stalker: caccia a un serial killer riesce a raccontare questo terribile caso in maniera senza dubbio completa ma, come accennavamo in precedenza, in alcuni momenti fallisce nel dare il giusto peso a determinate tematiche o a raccontare certe situazioni con il giusto tono. La colpa è da attribuire ad una regia che, tramite certe scelte di montaggio e ad alcune ricostruzioni che sembrano particolarmente fuori posto, pare più intenzionata a trasmettere la sensazionalità del caso trascurando la giusta obiettività e realismo. Questo lo notiamo anche nelle testimonianze dei due detective, che fanno da legante a tutta la narrazione, che a tratti non sembrano molto naturali. Perché scegliere di non fargli mai raccontare la vicenda insieme? Perché non metterli mai faccia a faccia a confrontare i propri ricordi su quanto accaduto? Li vediamo insieme, in macchina, mentre attraversano la città in silenzio, ma mai seduti nella stessa stanza a discutere del caso, cosa che avrebbe attribuito al tutto una spontaneità ed un realismo in più.

Molte preziose testimonianze

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Night Stalker: caccia a un serial killer - una scena della serie Netflix

A questo documentario prendono parte numerosissime voci, dai detective - non solo Carrillo e Salerno, ma anche moltissimi dei loro colleghi - ai giornalisti, dalle vittime (davvero impressionante la testimonianza della bambina di sei anni che fu rapita da Ramirez e che ritroviamo da adulta) ai loro familiari, e grazie al loro contributo la narrazione diventa sempre più avvincente. Quattro episodi di quaranta minuti circa l'uno sono forse troppo pochi per dare il giusto approfondimento ad una vicenda così complessa, e per questo alcuni passaggi sembrano un po' affrettati, ma Tiller Russell fa un buon lavoro nel radunare così tante testimonianza e nel coinvolgere lo spettatore in un racconto carico di tensione e dai risvolti così sconvolgenti da sembrare quasi impossibile che si tratti di una storia vera. Forse incentrare leggermente meno tutto l'impianto narrativo sui due detective avrebbe giovato, lasciando lo spazio per affrontare e approfondire altri spunti, ma comunque Night Stalker: caccia a un serial killer è un prodotto valido che riscuoterà successo sia tra gli amanti del true crime che tra i fruitori occasionali del genere.

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Night Stalker: caccia a un serial killer - Frank Salerno in una scena della serie Netflix

Conclusioni

Concludiamo questa recensione di Night Stalker: caccia a un serial killer sottolinenando quanto il documentario dedicato a Richard Ramirez, l’omicida seriale californiano detto appunto Night Stalker, ci abbia catturato e coinvolto. Forse la narrazione da un po’ troppo spazio alle testimonianze dei detective Carrillo e Salerno - gli eroi in divisa che contribuirono alla risoluzione del caso - ma riesce comunque, anche grazie alle numerosissime altre voci coinvolte - a raccontare quanto accadde nella maniera più completa possibile.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.0/5

Perché ci piace

  • Le numerosissime testimonianze che partecipano alla narrazione.
  • Utilizzare come narratori preferenziali Carrillo e Salerno ci dà accesso ad una prospettiva privilegiata sul caso…

Cosa non va

  • … ma fa sì che altri temi e spunti vengano un po’ trascurati.
  • Quattro episodi sono forse un po’ pochi per un caso così complesso, alcuni passaggi sembrano un po’ affrettati.