Netflix, Ted Sarandos: "L'intelligenza artificiale non vi ruberà il lavoro, ma chi la sa usare potrebbe farlo"

Il boss di Netflix è tornato ancora una volta a parlare dell'impatto dell'intelligenza artificiale sul lavoro

Ted Sarandos di Netflix

Ted Sarandos, co-CEO di Netflix, ha smentito le affermazioni secondo cui l'IA potrebbe essere una minaccia per i posti di lavoro degli autori di Hollywood.

In una nuova intervista, Sarandos ha respinto i timori che l'IA elimini i posti di lavoro e ha osservato che i progressi tecnologici migliorano anzi alcuni lavori svolti dai creativi.

"Ho molta più fiducia negli esseri umani. Davvero. Non credo che un programma di IA scriverà una sceneggiatura migliore di quella di un grande scrittore, o che sostituirà una grande performance, o che non saremo in grado di distinguerla", ha dichiarato al New York Times. "L'intelligenza artificiale non vi toglierà il lavoro. La persona che usa bene l'IA potrebbe farlo".

Ted Sarandos al See What's Netxt Event di Roma
Ted Sarandos al See What's Netxt Event di Roma

Sarandos ha osservato anche che "l'IA è un tipo di avanzamento naturale delle cose che stanno accadendo nello spazio creativo oggi". Nella stessa intervista, Sarandos ha anche affermato che Barbie e Oppenheimer avrebbero avuto lo stesso successo sulla piattaforma Netflix.

"Le riprese nel Volume non hanno soppiantato le riprese nelle location reali. Sceneggiatori, registi, montatori useranno l'IA come strumento per fare meglio il loro lavoro e per fare le cose in modo più efficiente ed efficace", ha continuato. "E nel migliore dei casi, per mettere sullo schermo cose che sarebbe impossibile fare".

Il dirigente di Netflix ha usato l'animazione come esempio, ovvero quando si è passati dall'animazione disegnata a mano a quella generata al computer, affermando che ora più persone sono impiegate nell'industria dell'animazione.

Netflix, Ted Sarandos sull'intelligenza artificiale: "Non sostituirà mai i registi umani"

"Ricordate come tutti avevano combattuto contro l'home video? Per diversi decenni gli studios non hanno concesso la licenza dei film alla televisione", ha aggiunto. "Quindi, ogni progresso tecnologico nell'intrattenimento è stato combattuto e alla fine si è rivelato un fattore di crescita per il business. Non credo che questo sia diverso".