Michael Jackson, per Marlon Brando era un pedofilo: la testimonianza registrata dell'attore è inedita

Michael Jackson era un pedofilo: Marlon Brando ne era convinto e lo confermò in una testimonianza registrata che è rimasta inedita fino ad ora.

Michael Jackson era pedofilo: Marlon Brando ne era seriamente convinto, come risulta in una testimonianza giurata del 1994 ma rimasta inedita sino ad ora.

Il contenuto della registrazione rivelato in esclusiva dal Times e ripreso poi negli USA dal Los Angeles Times, verrà reso pubblico durante l'ultima puntata del podcast Telephone Stories: The Trials of Michael Jackson. L'episodio, realizzato da Brandon Ogbor, sarà disponibile da domenica sul sito Luminary. Si tratta di un documento importante e anche scottante, la cui veridicità è stata confermata da uno dei due giudici istruttori, Lauren Weis, che tra gli anni Novanta e i primi del Duemila aveva indagato la popstar per possibili molestie su minori. Reati dai quali poi Jackson, è bene ribadirlo, è stato poi prosciolto definitivamente nel 2005.

Le parole di Marlon Brando però gettano un'ulteriore ombra sulla vicenda umana e giudiziaria - rinfocolata dal discusso documentario su Michael Jackson di cui abbiamo parlato nella nostra recensione di Leaving Neverland - che ha investito il Re del Pop e fanno riferimento a una serie di lunghe conversazioni che i due hanno avuto nel 1994 durante una cena che si era tenuta a Neverland, la lussuosa tenuta del cantante che si trova nei dintorni di Santa Barbara in California.

Il Padrino: un primo piano di Marlon Brando
Il Padrino: un primo piano di Marlon Brando

I loro incontri non sono casuali: Marlon Brando ha promesso di insegnare a Michael Jackson di recitare, l'altro ha ricambiato il favore dandogli lezioni di danza e poi si conoscono da tempo perché uno dei figli dell'attore, Miko, lavora come autista personale proprio di Jackson. E' quindi in un clima di confidenza che avviene questo lungo dialogo che porta Brando a spingersi fino a fare domande estremante personali: dal rapporto con suo padre, sino alle sue inclinazioni sessuali e i suoi interessi per quei tanti giovani che bazzicavano la magione di Jackson ogni giorno.

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"Mi ero da tempo convinto che Michael fosse gay ma quella sera ebbi la netta impressione che aveva davvero a che fare con quella storia dei ragazzini", così dirà Brando ai magistrati che lo interrogano in merito alle accuse di pedofilia mosse contro Jackson. La deposizione, avvenuta in modo riservato nell'abitazione del leggendario interprete de Il padrino e Fronte del porto, porta la data del 14 marzo 1994 ed è stata poi secretata dagli inquirenti. "Fosse vivo, Brando probabilmente vorrebbe che fosse cancellato. Marlon Brando del resto era completamente diverso rispetto a chiunque altro abbia avuto a che fare con l'inchiesta su Jackson. - Così ha spiegato Brandon Ogborn in una intervista al Times di Londra mercoledì scorso. - Era un attore famoso e ricco oltre ogni misura. Diversamente da tutti gli altri che in questi anni hanno parlato apertamente contro Jackson, Brando non aveva nulla da chiedere o pretendere dalla popstar, e per questo offre all'ufficio del procuratore distrettuale informazioni dall'interno di quella realtà che non sono mai venute alla luce. Era anche a suo modo 'strano', proprio come lo era Michael Jackson. Era un tipo strano che poteva capire come nessun altro un altro tipo strano in un mondo strano".

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Leaving Neverland

Brando, che poi morirà dieci anni dopo aver reso quella testimonianza racconta come andò quella sera: "Stavamo parlando delle emozioni umane e di dove esse arrivino. Gli chiesi se fosse ancora vergine e cominciò a sghignazzare e ad arrossire, mi disse solo: 'Brando, oh, Brando'. Allora insistetti: 'Dunque, come fai con il sesso?'; lui però arrossì e si imbarazzò moltissimo". Il discorso però invece di bloccarsi lì, andò ancora più a fondo: Brando chiese a Jackson se si masturbasse, rimarcando: "Michael vive in un mondo completamente diverso, e non vive emozioni reali tanto che questo rende molto problematico non solo il lavoro sulla recitazione ma anche la normale vita quotidiana. Mi ha detto che odia suo padre ed è scoppiato in lacrime. Per questo non ho insistito e ho proseguito in punta di piedi, ho capito che viveva una vita difficile, impossibile per un 35enne, specialmente se ha a che fare con lo show business. Così gli ho chiesto: 'Beh chi sono i tuoi amici' e lui mi rispose: 'Non conosco nessuno della mia età. Non mi piace nessuno della mia stessa età". E Marlon gli fa: "Perché no? ma lui mi risponde: 'Non lo so, non lo so'. Stava piangendo così forte... Ho cercato di calmarlo. Ho cercato di aiutarlo, di fare tutto il possibile".

Leaving Neverland 3
Leaving Neverland

Ed è a questo punto che Marlon Brando dice agli investigatori di come in origine fosse convinto che Michael Jackson fosse gay ma che dopo quella cena "era ormai ragionevole concludere che Michael poteva avere avuto qualcosa con i tanti ragazzini che si vedevano a Neverland". Jackson, che morì nel 2009 e oggi avrebbe avuto 61 anni, è stato poi indagato per due volte per molestie contro i minori: la prima volta però le accuse furono ritirate; la seconda, nel 2005, fu invece processato ma venne prosciolto da tutti 14 capi di imputazione per non aver commesso il fatto. La dichiarazione di Brando non venne però utilizzata nel dibattimento, questo spiega il motivo per cui non fu mai resa pubblica. Fino ad ora.