Matt Damon e l'incontro con Hugh Grant che lo illuminò sul "potere" di Hollywood e il typecasting

Matt Damon incontrò Hugh Grant negli anni '90, per collaborare con lui ad un progetto, e quel meeting lo rese molto scettico nei confronti del typecasting.

Matt Damon ha recentemente parlato di un bizzarro incontro con Hugh Grant, che ebbe luogo negli anni Novanta, e che lo rese molto diffidente nei confronti del typecasting. L'attore, e il suo compagno di scrittura Ben Affleck, si incontrarono con Grant poco prima dell'uscita di Good Will Hunting, nel 1997, dopo che gli era stato chiesto di scrivere un film in cui l'attore britannico potesse recitare.

"Grant aveva tutte queste idee", ha detto Damon al New York Times, "e me le stava spiegando dicendo cose tipo: 'Ed ecco che arriva Hugh il figo e salva la situazione.' Continuava a riferirsi a se stesso come 'Hugh il figo', ormai era talmente stanco di quei ruoli che non gliene importava più niente."

Damon ha continuato spiegando: "Il sistema lo stava trasformando in un 'prodotto', qualcosa in cui lui era molto bravo ma non è mai stato soltanto questo, non è mai stato soltanto l'uomo affascinante delle commedie romantiche, cosa che poi ha avuto modo di dimostrare nel corso degli anni".

Come risultato dell'incontro, Matt si convinse che non avrebbe mai permesso a Hollywood di caratterizzarlo o di far si che la fama rovinasse la sua passione per la recitazione. Matt Damon, nel frattempo, questa settimana ha confessato di essere nervoso per il fatto che il suo nuovo film, La ragazza di Stillwater, venga spesso scambiato per "un thriller di Liam Neeson". La pellicola ruota attorno alla storia di un padre americano che si reca in Francia dopo che sua figlia adolescente è stata arrestata per omicidio.