Joe Bastianich, noto giudice di Masterchef Italia 8, è al centro di una polemica social per via di un piatto giudicato dai suoi follower davvero un po' "splatter". Sabato è apparsa sul suo canale Instagram la foto di uno strano animale arrosto pronto per essere mangiato: un pipistrello, come ha commentato qualcuno?
No, si trattava di un piccione, come ha svelato il messaggio che accompagnava lo scatto: "Squab me baby", che in italiano suonerebbe come una specie di "piccionami, piccolo", insomma qualcosa che non significa assolutamente nulla ma che rende almeno nota l'identità del maltrattato animale. Joe Bastianich si apprestava dunque ad addentare il suo arrosto da Chi Spacca, noto ristorante italiano di Los Angeles, quando la sua pagina è stata letteralmente presa d'assalto dai commenti indignati di vegetariani e vegani. Perchè mostrare con tanta compiacenza la crudele immagine di un animale ucciso per il piacere di qualche commensale di cattivo gusto? E fin qui tutto sommato niente di troppo strano, in fondo sono polemiche che, per quanto anche legittime, nascono quotidianamente e non solo sui social. Il fatto più sorprendente sono state le proteste di follower che si sono definiti assolutamente "carnivori" ma in ogni caso sdegnati da quel "cadavere" nel suo piatto.
"Orribilissimo! Questo non è un piatto né da vedere né da mangiare, soprattutto. Ah, la cucina degli chef" commenta qualcuno, a cui fa eco qualcun altro: "Joe è sempre un passo avanti!.. Ma un cadavere per decorazione non l'avevo mai mica visto". Inutile dire che forse le reazioni sarebbero state meno furibonde se non si fosse trattato proprio di Joe Bastianich, di quel giudice che tiene le redini della cucina di Masterchef ormai da 8 edizioni a suon di "Tu vuoi che muoro?!" e di piatti ancora pieni spaccati nel cesto dell'immondizia. C'è chi, infatti, commenta: "Getti nella spazzatura i piatti di tanti aspiranti chef con arroganza e poi ritieni che questo schifo spacchi?", e chi non può fare a meno di immaginare quale sarebbe stata la reazione, prevedibilmente inorridita, di Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli davanti a un impiattamento tanto discutibile.