MasterChef, Bruno Barbieri e "quella volta che litigai con Carlo Cracco"

Bruno Barbieri, veterano di MasterChef, ha raccontato i suoi rapporti con i giudici ed il motivo per cui litigò con Carlo Cracco

Bruno Barbieri è l'unico giudice che ha fatto tutte le edizioni di MasterChef: lo chef stellato, che in questi anni ha litigato solo con Carlo Cracco, ha svelato, nell'intervista al Corriere della Sera, come è il rapporto con i suoi colleghi.

Bruno Barbieri ha rivelato al quotidiano milanese che il motivo del litigio con Calo Cracco, i due si sono scontrati: "Parlando di un piatto di passatelli con le vongole. Ma dopo quindici minuti di casino totale, tutto è tornato ad essere come se non fosse mai successo niente". Le prime edizioni del cooking show sono state caratterizzate da rapporti molto tesi con lo stesso Cracco e Joe Bastianich, una situazione che lo chef sette volte stellato definisce: "decisamente più impegnativa per i caratteri dei miei due soci, molto forti, duri. Eravamo tre galli in un pollaio, ma nonostante non fosse sempre semplice ho tanti ricordi belli, divertenti".

Diversa la situazione con Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli, attuali giudici dello show, con loro, ammette Bruno Barbieri, il rapporto è diverso, i tre sono amici anche fuori dal set: "Loro sono molto più ironici e divertenti. Con Antonino c'è un feeling particolare e Locatelli è quello che cerca di tenere un po' le fila, altrimenti io e lui scherzeremmo dalla mattina alla sera. Ci frequentiamo anche fuori, a telecamere spente, cosa che non succedeva con gli altri due colleghi. Insomma, oggi c'è più complicità".

Bruno Barbieri è il veterano dello show: "Ho fatto tutte le edizioni, sono l'unico e ancora mi ricordo il colloquio iniziale, sulla pernice. Prima di questa trasmissione le persone andavano al ristorante per riempirsi la pancia, ora sanno tante cose in più. Un programma internazionale ma, diciamolo, in Italia lo facciamo meglio che altrove, anche per la nostra storia".

Tornando indietro nel tempo, Bruno Barbieri racconta che il padre avrebbe voluto vederlo laureato in ingegneria, lui amava viaggiare, per questo decise di lavorare su una nave da crociera: "A bordo c'era una gerarchia militaresca e io, a 18 anni, comandavo gente anche molto più grande di me, non mi è stato regalato niente e non ho mai chiesto niente alla mia famiglia. Sulle navi ho iniziato presto a far capire come la vedevo: il mio nome era dappertutto, mi alzavo alle quattro di mattina e facevo 400 omelette... lavoravo tutto il giorno. Ho imparato in fretta a prendere tutti i miei treni al volo, pensando che un giorno, presto o tardi, il mio momento sarebbe arrivato".