Maradona Morte di un Campione è disponibile da ieri, 6 gennaio, su Discovery+ e online è stata condivisa una clip tratta dal progetto dedicato alla vita e alla morte del calciatore.
Nel breve video si ricorda quanto accaduto nel 1982, anno in cui Diego Armando Maradona si trasferisce nella squadra di Barcellona e si ritrova isolato e distante dai membri della sua famiglia e dei suoi amici, dovendo affrontare una realtà a cui non era preparato.
Il documentario Maradona Morte di un Campione parte dalla sua storia in campo indagando sui farmaci che gli sono stati somministrati ufficialmente e quelli che lui stesso ha scelto di prendere per stare meglio. Seguendo gli eventi che hanno segnato la sua carriera di giocatore e attraverso le interviste con i medici che lo hanno seguito e le persone a lui più vicine il progetto crea un quadro clinico del calciatore più costoso del mondo.
Lo studio sulla personalità di Maradona aiuterà gli spettatori a capire cosa lo spingeva a fare affidamento sui farmaci, cosa probabilmente lo portava a non poterne più fare a meno.
Dal momento in cui il suo talento calcistico è stato riconosciuto per la prima volta quando aveva 11 anni, Maradona è stato assistito dai medici della sua squadra che cercavano di creare un personaggio. Al culmine della sua abilità calcistica è stato inesorabilmente ferito dagli avversari che cercavano di fermarlo. Spesso gli venivano somministrate iniezioni antidolorifiche pre partita. Ma fuori dal campo Maradona faceva uso di cocaina, motivo per il quale venne sospeso dal Napoli, fu espulso dalle partite internazionali della Fifa e che a lungo portò alla fine della sua carriera da giocatore.
All'età di 40 anni, dopo un terribile attacco di cuore indotto dalla droga era riuscito a smettere di fare uso di cocaina grazie anche all'aiuto di Fidel Castro. Per due volte nella sua vita si è sottoposto a chirurgia bariatrica per combattere l'obesità, ha sofferto per tanti anni di artrite e la depressione è stata sua compagna per tanto tempo. La sua condizione clinica e la sua vita di eccessi hanno inevitabilmente portato Maradona verso la sua fine ma sicuramente il suo mito e il ricordo del suo talento rimarranno nella storia.
Fra le persone coinvolte nella storia Jon Smith, agente di Maradona fra il 1986 e il 1991, quando il calciatore era all'apice del suo successo, Jimmy Burns, che ha pubblicato la sua biografia The Hand of God (La Mano di Dio) seguendolo lungo il corso della sua carriera. Dan Abrahams, psicologo sportivo, che ha tracciato un profilo del calciatore rispetto al suo stato mentale in relazione all'uso costante di droghe. Nel progetto spazio anche ad Atholl Johnston, Professore di Farmacologia Clinica all'Imperial College, Beppe Bruscolotti, capitano del Napoli quando Maradona era in squadra e suo amico di lunga data, e Massimo Vignati, creatore del Maradona Museum a Napoli.
I realizzatori hanno coinvolto anche Federica Di Criscio e Eleonora Goldoni, calciatrici professioniste e il Dr Luis Pintos medico della squadra quando Maradona aveva 21 anni, ma anche il Professor Fernando Signorini personal trainer di Diego Maradona dal 1983 al 1994 e il Dr Alfredo Cahe, medico personale del calciatore per ben 30 anni che lo ha accompagnato nella sua lotta contro la dipendenza da cocaina e l'obesità e fino alla fine della sua battaglia. E' proprio lui ad accusare il suo ultimo medico Leopoldo Luque di non essersi preso cura di lui.