Nel 1998, Robert Redford porta sul grande schermo la storia raccontata nel best seller di Nicholas Evans, L'uomo che sussurrava ai cavalli, che ebbe un ottimo successo e il merito di lanciare definitivamente la carriera di una giovanissima Scarlett Johansson.
Dietro all'ispirazione di Redford per il film, oltre al romanzo di Evans, c'è anche la vera storia di Dan Brannaman, detto Buck, raccontate nel documentario intitolato proprio Buck e uscito nel 2011, in cui si racconta la vicenda dietro il film di Redford, che verrà proiettato questa sera, su Canale 5 alle ore 21.20.
La storia di Buck
Buck è un cowboy la cui abilità quasi magica di calmare cavalli indisciplinati ha convinto il regista a farne un film. Il suo talento nell'addestrarli è radicato in un'infanzia profondamente traumatica e segnata dalle violenze del padre. Vincitore di un premio al Sundance Film Festival, il documentario Buck è un 'eccezionale spaccato dell'America su quel tipo di eroe sconosciuto che l'America ama amare' venne scritto sul Los Angeles Times.
A dirigere il film fu Cindy Meehl, al debutto dietro la macchina da presa, che conobbe Brannaman nove anni addietro, quando portò uno dei suoi cavalli in una clinica intinerante per cavalli problematici in Pennsylvania:"Fu la prima volta che che lo vidi e mi mostrò che tutto ciò che avevo fatto con i cavalli era sbagliato. Ho capito che mi stava insegnando a parlare la lingua dei cavalli. Non erano destinati ad essere schiavi".
La tecnica di addestramento di Brannaman è la cosiddetta Natural Horsemanship, con la quale, invece di addomesticarli, comunica con loro, spesso sventolando bandiere, prendendo il punto di vista dell'animale e agendo quasi da terapeuta. Probabilmente, Brannaman probabilmente vede l'esperienza della sua infanzia traumatica nei cavalli spaventati e in preda al panico.
Nel film di Robert Redford, oltre a Johansson, recitano anche Kristin Scott Thomas, Sam Neill, Dianne Wiest, Chris Cooper e Cherry Jones.