Luciana Littizzetto a Che Tempo che fa: la commovente lettera ai giovani soldati russi

Luciana Littizzetto, a Che tempo che fa, ha dedicato un pensiero ai giovani soldati russi, mandati a morire in guerra a soli 20 anni.

Luciana Littizzetto, nella puntata di domenica 6 marzo di Che tempo che fa, ha dedicato una lettera ai soldati russi impegnati nella guerra in Ucraina. La comica piemontese ha affermato di essere rimasta sconvolta dalle immagini dei civili ma anche da quelle dei soldati russi catturati, troppo giovani per essere mandati al fronte, 'che non sanno neanche cosa stanno facendo'.

Fabio Fazio ha dedicato gran parte dell'ultima puntata di Che tempo che fa al conflitto tra Russia e Ucraina, così, dopo aver intervistato Andriy Shevchenko, ha lasciato spazio a Luciana Littizzetto. La comica torinese ha scritto una lettera dedicata ai soldati russi, a quei ventenni mandati a morire senza neanche saperne il motivo."Caro Ivan, Dimitri, Oleg, e ci metto dentro anche caro Vladimir", ha esordito Luciana precisando "in tutta la Russia ci sarà pure un Vladimir normale"

"Ti scrivo dall'Italia - ha continuato - paese che conoscerei per il calcio, la pizza ed il programma per cui ci prendete per il culo ogni capodanno, io non ti conosco, ma mi basta guardare la tua barbetta rada, e la divisa troppo grande che in te rivedo mio figlio e tutti i nostri figli. So che hai paura, ma sappi che non hai colpa, hai 20 anni, ti hanno messo con un fucile in mano e ti hanno mandato in un posto che non sai manco dove è. Sei diventato la pedina di una partita a scacchi a cui nemmeno sapevi di giocare.Ti abbiamo fregato, noi adulti lo facciamo spesso, e ora lo stiamo facendo con la guerra, che è il modo più infame ".

La commovente lettera di Luciana prosegue: "A 20 anni dovresti essere in giro con l'Erasmus, a limonare sulla rambla, dovresti essere impegnato con quei cannoni più corti ma con la cartina lunga, farti scoppiare le orecchie ai concerti, invece sei condannato a morire per la patria come un maschio dell'Ottocento. Caro Dorian, io non ti conosco ma potrei essere tua madre, Filippa tua zia e Fabio tuo nonno che ha esagerato con la vodka".

" Caro Victor - continua la Littizzetto - sappi che tutto questo non è colpa tua. La colpa è nostra, della generazione dei tuoi padri, quella che viene dal Novecento. Un Secolo breve, ma bastardo come pochi. La colpa è nostra che ti abbiamo lasciato un mondo di merda in cui i soldi e il profitto sono gli unici obiettivi che abbiamo".

Nella parte finale la comica si augura che i soldati, fatti prigionieri, possano tornare a casa dalle proprie madri "Caro Vanja, il Ministero della Difesa ucraino ha mandato un messaggio a tua madre, lo sai? Le ha detto che sei prigioniero, ma che può venire a Kyiv a riprenderti e riportarti a casa. Spero che possa farlo presto, avrai finalmente delle donne accanto a te, quelle che dovranno ricostruire. Caro Ivan voglio credere che tutto questo male finirà e ti renderà un uomo migliore. Migliore di noi, ci va anche poco. E soprattutto ti auguro di avere un futuro. Ma un futuro vero, dove nessuno ti chiamerà mai più soldato, ma solo Dimitri, Aliosha e Victor".

E poi il post scriptum finale "C'è un proverbio russo che esalta l'eroismo e dice: è meglio morire per la zampata di un leone che per il morso di un gatto. Non farti riempire la testa con questa retorica del caz.o e ricordati che c'è una terza via: non morire e starsene sul divano col gatto". Cosi conclude la letterina, visibile anche su Raiplay, Luciana Littizzetto.