Chloë Sevigny ha cercato di portare sullo schermo la storia di Lizzie Borden per quasi un decennio, ideando inizialmente una miniserie insieme a Bryce Kass e poi diventando protagonista del film diretto da Craig William Macneill accanto a Kristen Stewart.
La storia della giovane, accusata dell'omicidio dei genitori, ha interessato a lungo la star: "Credo che volevamo realmente concentrare l'attenzione su come ha trovato la sua libertà e quanto fosse importante per lei, e il significato di questa situazione, che si trattasse del suo rapporto con la donna di servizio o dell'uccisione dei genitori per ottenerne i soldi, perché all'epoca essere ricchi rappresentava la possibilità di essere liberi. E' ancora così".
La miniserie non è stata però mai realizzata a causa del progetto analogo di Lifetime e il film è stato affidato a MacNeill. Il risultato finale non è però quello sperato da Chloë, in particolare delusa da alcuni tagli compiuti: "E' stato davvero difficile. Pensavo 'Se hai un'altra scena con Kristen Stewart e non la metti nel tuo film sei stupido. Che problema hai?'. Ma quasi ogni film affronta qualcosa di simile. Quasi tutto quello che era presente tra le pagine è stato girato, e molto materiale non è nel montaggio finale. C'erano più dettagli relativi ai rapporti che li rendevano più complicati, e poi spiegavano perché Lizzie compie gli omicidi. Ora è un po' più vago rispetto a quanto volevamo fare in origine io e Bryce".
L'attrice ha però lodato la visione del regista, nonostante sia convinta che si sia trattenuto troppo, e tra le sequenze che ama di più del film c'è quella dell'omicidio del padre e della matrigna di Lizzie: "Amo quell'intera sequenza. Vuoi quasi che abbia questo momento catartico. E' sessuale".