Cresce la curiosità per il nuovo film di Antonio Capuano, il drammatico L'isola di Andrea, sguardo sull'infanzia contesa i cui temi vengono evocati nel suggestivo teaser poster presentato in esclusiva oggi da Movieplayer.it.
Il poster, che anticipa il lancio del film in prima mondiale nel Fuori Concorso della Mostra del Cinema di Venezia il 5 settembre, lancio che precede l'uscita nei cinema il 25 settembre con Europictures, mostra lo sguardo confuso e impaurito di un bambino circondato da nuvole.
Di cosa parla il nuovo film di Antonio Capuano
Presentato come un legal drama, L'isola di Andrea si concentra sulla battaglia legale di una coppia per la custodia del figlioletto. Marta e Guido sono due coniugi in crisi. Dopo essersi lasciati, i due fanno richiesta al tribunale dei minorenni una sentenza giudiziale che disciplini, in via definitiva, quanti giorni il loro unico figlio Andrea, di otto anni, debba stare con la madre e quanti con il padre. Su richiesta del magistrato, la famiglia si trova a dover affrontare colloqui e perizie per approfondire, laddove possibile, le ragioni dei rispettivi disagi. Il piccolo Andrea soffre a sentirsi "conteso" tra due genitori a cui è legato nella stessa maniera, ma che si combattono a colpi di avvocati.
Il piccolo Andrea Migliucci affianca gli interpreti Teresa Saponangelo e Vinicio Marchioni nei panni di Marta e Guido. Il film, scritto e diretto da Antonio Capuano, è prodotto da Mosaicon Film, Eskimo, Indigo Film, Europictures, Rai Cinema, con il contributo del Ministero della Cultura, con il sostegno di Film Commission Regione Campania.

Da dove nasce la storia de L'isola di Andrea
È lo stesso Antonio Capuano, nelle note di regia, a svelare l'origine dell'ispirazione per la drammatica vicenda alla base de L'isola di Andrea:
"Un'amica mi parlò a lungo della separazione coniugale di unìaltra sua amica, resa penosa dalla presenza di un figlio unico di otto anni. Io le chiesi di gettare giù degli appunti, che lei mi consegnò, brevi e intensi, come fossero un tesoro. Da lì ho cominciato a immaginare una storia asciutta, che osservasse la separazione dai tre differenti punti di vista, attraverso passaggi leggibili e nitidamente rappresentabili. Una storia semplice, ben consapevole che la semplicità è la cosa più complicata da rappresentare. Pochi ambienti. Luci chiare e naturali. Moltissimi primi e primissimi piani. Facce. Facce. Occhi... e mani. Poca musica. Una canzone popolare che il bambino potesse cantare con la sua voce. Piccole fughe lievemente surreali o divertenti. Nessuna scena madre. Neppure là dove ce la si aspetterebbe".