Quest'oggi ci ha detto addio una leggenda del mondo dello spettacolo, Lina Wertmüller, e il suo "allievo" Giancarlo Giannini ha voluto renderle omaggio in un'intervista ricordando tutto ciò che ha fatto per lui e per la sua carriera.
Aveva solo 22 anni Giannini quando la conobbe, come spiega ai microfoni del Corriere della Sera. Un incontro che cambiò completamente il corso della sua carriera: "Due anni dopo mi prese in Rita la zanzara, il musicarello con Rita Pavone. E nel 1972 l'exploit di Mimì metallurgico ferito nell'onore.
Ma l'influenza di Lina è stata in grado di permeare a fondo a fondo nell'animo e nella mente del regista e attore, prima ancora che potesse divenire tale: "E' stata la persona più importante che abbia incontrato nella mia vita. Senza di lei avrei fatto poco. All'Accademia Silvio D'Amico avevo il grande Orazio Costa come insegnante. Ma Lina Wertmüller è stata la mia vera maestra, sul campo. Venne a vedere un mio spettacolo all'Accademia. Conosceva il mondo dello spettacolo a 360 gradi. Mi ha aperto la mente e mi ha fatto capire cos'è la fantasia".
Sul set era "molto decisa, anche aggressiva spesso. Capiva la psicologia di attori e attrici. Tirava fuori il meglio da noi. Ci divertivamo molto. Sono film comici che pur nascendo nell'alveo della Commedia all'italiana hanno un colore tutto loro, un po' farsesco. Un modo diverso rispetto al cinema di allora. Abbiamo avuto successo, li accompagnavamo in America come se fossero figli, portavamo le pellicole sotto il braccio. Eravamo una bella coppia professionale, riuscivo a mettere in pratica le idee di Lina".
Giancarlo Giannini deve tanto a Lina Wertmuller, anche il successo internazionale: "Credo che il fatto che a Hollywood io sia il solo attore maschio italiano ad avere la stella alla Walk of Fame, dopo Rodolfo Valentino (così mi hanno detto, altra cosa è l'impronta delle mani sull'asfalto), lo debba molto a Lina".
Potete leggere il resto dell'intervista sul sito ufficiale de Il Corriere della Sera.