Liliana Segre: “Quando i soldati sovietici varcarono i cancelli di Auschwitz" (VIDEO)

La senatrice a vita Liliana Segre è stata ospite da Fabio Fazio a Che tempo che fa alla vigilia del Giorno della Memoria 2020 e ha parlato della scorta, di suo marito e di Auschwitz .

Liliana Segre alla vigila de Il Giorno della Memoria 2020 a Che tempo che fa ha raccontato gli ultimi giorni ad Auschwitz e il disagio iniziale ad accettare la scorta che gli è stata assegnata alcuni mesi fa.

Il 27 maggio è il giorno della memoria, oggi sono 75 anni che le truppe sovietiche entrarono nel campo di concentramento di Auschwitz. Liliana Segre ne ha parlato con Fabio Fazio ieri durante la trasmissione Che tempo che Fa. Superstite dell'Olocausto la Senatrice a vita ha parlato di quei giorni che segnarono la fine del regime nazista. I video che vi proponiamo sono visibili anche su RaiPlay.

Alla vigila del giorno della memoria la senatrice ricorda gli ultimi giorni passati nel campo di concentramento. "Quando i soldati sovietici varcarono i cancelli di Auschwit non c'ero" racconta a Fabio "non potetti leggere nei loro occhi 'lo stupore del male altrui' come lo descrisse Primo Levi". La Segre aveva lasciato il campo il 20 gennaio costretta dai tedeschi ad una "lunga marcia della morte" attraverso la Polonia insieme a quei prigionieri che ancora potevano reggersi sulle loro gambe.

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Parlando dell'attualità e dei numerosi casi di razzismo e di antisemitismo registrati anche nel nostro paese dice "Quando mi chiedono come mai oggi c'è di nuovo il razzismo, l'antisemitismo, io dico che ci sono sempre stati, solo che non era arrivato il momento storico, politico, in cui ripresentarsi con questi slogan. I corsi e i ricorsi storici non li ho inventati, sono una verità. Adesso questi sentimenti si possono di nuovo esprimere. Sono stati sdoganati".

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Liliana poi racconta del suo matrimonio con Alfredo Belli Paci, cattolico, che passò due anni nei campi di concentramento perché si era rifiutato di aderire alla Repubblica di Salò. "Alfredo tra il 1977 e il 1978 (nel periodo delle Brigate Rosse), criticò la democrazia per cui aveva combattuto ed aderì alla destra di Almirante". La senatrice ammette che soffrì molto per quella decisione ed il loro matrimonio entrò in crisi "per fortuna vinse l'amore, lui rinunciò alla politica e siamo rimasti insieme per altri 25 anni".

Parlando delle polemiche che l'hanno investita nelle settimane passate e delle minacce ricevute che hanno convinto il Ministro degli Interni ad assegnarle la scorta dice "Il 7 novembre sono rimasta sbalordita dalla decisione che ha preso la simpatica Luciana Lamorgese, Ministro degli Interni, che ha ritenuto che da quel momento io dovessi avere la tutela. Ed ero abbastanza preoccupata perché io sono sempre stata estremamente indipendente, nonostante l'età, e quindi mi sentivo stretta da un'eventuale scorta". Poi si sofferma sul rapporto che ha con i ragazzi della scorta "Quando invece poi ho conosciuto questi meravigliosi ragazzi, che sono la mia scorta, ho capito che era stato un grande regalo, un grande regalo di rapporti umani, che sono sempre quelli che io privilegio in tutta la mia vita, per cui ho degli amici, ho degli amici che possono anche condividere con i miei nipoti una pizza e fra loro e i miei nipoti c'è poca differenza per me, sono la nonna della mia scorta".