Dopo aver recitato fianco a fianco in Butch Cassidy del 1969, le leggende dello schermo Paul Newman e Robert Redford fecero il bis col popolarissimo La stangata, diretto da George Riy Hill nel 1973. Il film, incentrato su una banda che pianificava truffe durante la Grande Depressione, fu minato da un problema sul set: Robert Redford era perennemente in ritardo**.
A ricordare il fatto è stato il team creativo de La stangata composto dai produttori Michael Phillips e Tony Bill e dallo sceneggiatore David S. Ward, che hanno celebrato il 50° anniversario del film nel podcast dell'Hollywood Reporter It Happened in Hollywood .
"Si è sempre sentito inadeguato. Pensava di essere stato ingaggiato per i suoi occhi azzurri", ha spiegato Phillips parlando della collaborazione con il suo eroe, Paul Newman, che aveva 48 anni durante le riprese.
Phillips ha continuato: "Era una presenza felice sul set. Portava i popcorn, scherzava sempre, era sempre professionale, puntuale, prendeva in giro i propri errori. Quindi è stato un privilegio".
Robert Redford, il ritardatario
Anche Robert Redford, 37 anni all'epoca, è stato una presenza piacevole sul set, tranne che per una caratteristica. "Redford era cronicamente in ritardo, e non è mai migliorato" rivela Phillips. La star normalmente arrivava con 40 minuti di ritardo ogni giorno. Alla fine, il perpetuo ritardo ha portato a un confronto con il suo co-protagonista.
"Un giorno, Paul Newman gli fece una lavata di capo", ricorda Phillips. "Paul era la stella più importante. E lui gli disse qualcosa del tipo, 'Cosa sei? Una star del cinema?'. Redford si sentì in colpa. Il confronto portò a un leggero miglioramento: Redford iniziò a presentarsi con soli 20 minuti di ritardo invece di 40. Bill definisce il ritardo "un difetto psicologico... una compulsione a non essere in orario. Ho fatto un film con Steve McQueen. Stessa cosa."
La Stangata: Michael Phillips ci racconta la nascita del film
La tendenza a essere ritardatario non è migliorata con l'avanzare dell'età. David S. Ward ha lavorato di nuovo con Robert Redford nel 1988 per Milagro, diretto e interpretato dal divo. "Dovevamo iniziare a girare alle 7 del mattino e alle 9:30 ancora non si era visto. All'improvviso vediamo questo cavaliere e il cavallo che attraversano una mesa in lontananza. Il direttore della fotgrafia aveva un binocolo: 'Sì, c'è Redford'. Poi è venuto sul set e non ha detto nulla sul fatto che fosse in ritardo. Il resto era tutto normale e professionale e lui non faceva la parte di Dio. Non trattava mai male con nessuno".