Kim Ki-duk: il regista sudcoreano morto in Lettonia per complicazioni da Covid-19

Il regista sudcoreano Kim Ki-duk è morto a Riga, in Lettonia, l'11 dicembre 2020 in seguito a complicazioni da COVID-19.

Il regista sudcoreano Kim Ki-duk è morto l'11 dicembre 2020 in Lettonia. Secondo fonti locali, l'autore di Ferro 3, Primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera e La samaritana sarebbe deceduto a causa di complicazioni da COVID-19. Kim Ki-duk aveva 59 anni.

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Secondo il portale Delfi, Kim Ki-duk, stimato per le sue opere sconvolgenti e premiato in numerosi festival internazionali tra cui Cannes, Berlino e Venezia, era arrivato a Riga, in Lettonia, il 20 novembre.

Il direttore dell'ArtDocFest di Riga, Vitālijs Manskis, ha rivelato che il cineasta voleva comprare una casa a Jurmala, città della Lettonia situata sul Mar Baltico, 20 km a nordovest di Riga, e aveva ottenuto un permesso di residenza, ma non si sarebbe presentato a un incontro mettendo in allarme i colleghi che hanno cominciato a cercarlo negli ospedali di Riga, operazione complicata a causa delle leggi sulla privacy locali.

Regista, pittore, amante dell'arte, in gioventù Kim Ki-duk aveva trascorso un lungo periodo a Parigi, e il tema dell'arte riecheggia nei suoi primi film. La sua prima pellicola uscita nelle sale italiane è Primavera, Estate, Autunno, Inverno... e ancora Primavera, presentata in concorso al Festival del film di Locarno nel 2003, che ottenne notevoli risultati al botteghino. Il film successivo è La samaritana, in concorso al Festival internazionale del cinema di Berlino del 2004, dove si aggiudica l'Orso d'argento per il miglior regista. La consacrazione definitiva avviene con Ferro 3 - La casa vuota, con il quale vince il Leone d'argento per la regia alla 61ª Mostra di Venezia nel 2004.

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Nel 2008 Kim Ki-duk sprofonda in una crisi artistica ed esistenziale in seguito a un grave incidente avvenuto sul set del suo film Dream. Nel 2011 il regista rilegge la vicenda nel documentario Arirang, sorta di espiazione artistica, che vince il premio Un Certain Regard a Cannes. L'anno successivo il cineasta torna alla grande alla Mostra di Venezia con l'intenso Pietà, che conquista il Leone d'Oro. Seguono Moebius, One to One, Stop, Il prigioniero coreano, Human, Space, Time and Human e Dim.