Nel 1984 Kelly LeBrock era una delle attrici più belle e sexy in circolazione: una bellezza resa celebre dal ruolo che si trovò ad interpretare ne La signora in rosso e nel successivo La donna esplosiva. Nella commedia con Gene Wilder Kelly interpretava Charlotte, una bellissima ragazza che faceva impazzire il protagonista, un uomo spossato. Del film ricorderemo soprattutto la scena in cui l'abito rosso di Charlotte viene sollevato dall'aria che esce da una grata sul pavimento di un garage, e il brano di Stevie Wonder che accompagnava alcune scene, I Just Called to Say I Love You.
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Lei, Kelly LeBrock, oggi è una signora di 56 anni, e al magazine The Hollywood Reporter ha ricordato il suo ultimo incontro con Gene Wilder, avvenuto quattro anni fa. Dopo il film i due attori erano rimasti amici e si vedevano di tanto in tanto per una cena con le rispettive famiglie. "Quando l'ho visto l'ultima volta però, non ci vedevamo da tanto" - ha detto l'attrice - "l'ho incontrato all'aeroporto, era in fila e sembrava così fragile. Abbiamo iniziato a piangere e gli ho detto che gli volevo bene"
La cosa strana di quell'incontro fortuito però, fu il colpo di fulmine che diede uno scossone ad entrambi: non un colpo di fulmine come quello del film, ma una vera e propria saetta che colpì l'aereo sul quale viaggiavano, per fortuna senza conseguenze: "Che ci crediate o no, l'aereo fu colpito da un fulmine. Vidi l'ala sinistra andare a fuoco e pensai che saremmo caduti"
Per quanto riguarda Wilder, Kelly LeBrock lo descrive come una persona "molto diversa da quella che si vedeva sullo schermo. Nei film era divertente, nella vita era più tranquillo, quasi timido ed era proprio questo che mi piaceva di lui" Una persona che amava molto la vita - i viaggi, il cibo, il buon vino, scrivere - ma era rimasto anche segnato da esperienze dolorose, come la morte di sua moglie Gilda Radner, che tra l'altro era anche nel cast de La signora in rosso, e dalla quale avrebbe desiderato un figlio.
Wilder si è spento domenica nella sua casa in Connecticut, dopo una battaglia di tre anni con il morbo di Alzheimer.