Ke Huy Quan: per la star di Indiana Jones, la Hollywood degli anni '80 è stata rifiuti e ruoli stereotipati

Durante una recente intervista Ke Huy Quan (Jonathan Ke Quan) ha raccontato della sua carriera, del successo in giovane età e delle difficoltà nel trovare ruoli appetibili nella Hollywood degli anni '80.

Ke Huy Quan: per la star di Indiana Jones, la Hollywood degli anni '80 è stata rifiuti e ruoli stereotipati

Nel corso di una recente intervista con The Guardian, Ke Huy Quan (Jonathan Ke Quan) ha parlato della sua carriera e delle difficoltà con cui ha dovuto scontrarsi, specialmente dopo il successo in giovane età. Anche se è passata una vita da quando lo abbiamo visto nel ruolo di Shorty in Indiana Jones e il tempio maledetto, l'attore ricorda bene quel periodo della sua vita.

Harrison Ford, Jonathan Ke Quan e Kate Capshaw in una scena di Indiana Jones e il tempio maledetto
Harrison Ford, Jonathan Ke Quan e Kate Capshaw in una scena di Indiana Jones e il tempio maledetto

Dopo il ritorno sotto ai riflettori con Everything Everywhere All at Once e il coinvolgimento nella seconda stagione di Loki, Jonathan Ke Quan ricorda ancora con una certa amarezza quando a vent'anni è stato costretto ad abbandonare Hollywood per la mancanza di buoni ruoli per gli attori asiatici.

Parlando di quando è stato casualmente scoperto da Spielberg all'età di 12 anni - durante il casting del secondo Indiana Jones - ha detto: "Ricordo di aver fatto un pessimo lavoro perché la mia comprensione dell'inglese era molto ridotta in quel momento" ricordando il provino improvvisato sul momento, dato che era sul posto per appoggiare il fratellino.
"Il giorno dopo abbiamo ricevuto una chiamata dall'ufficio di Spielberg. Mia madre ha pensato che fosse un incontro davvero importante e mi ha messo addosso questo ridicolo completo a tre pezzi. Steven ha notato quanto fossi a disagio e mi disse 'Ke, mi piacerebbe che tornassi, però magari indossa qualcosa di più comodo".

In quanto alla fama raggiunta in tenera età, Ke Huy Quan ha confessato che la sua famiglia è stata fondamentale, specialmente nel tenerlo ben saldo sulla retta via: "I miei genitori erano molto severi. Non ci era permesso imprecare. Eravamo una famiglia così grande, il tavolo non poteva contenere 11 di noi, quindi mangiavo sempre a quello dei bambini. I miei genitori mi dicevano costantemente '_Non assumere droghe'".

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Successivamente ha poi raccontato delle difficoltà nell'adattarsi alla vita negli Stati Uniti: "Eravamo rifugiati. Nessuno ci voleva... Ci chiamavano 'appena sbarcati'".

Dopo alcuni successi negli anni '80, la sua carriera di attore si tuttavia è lentamente fermata, scontrandosi con la dura realtà di una Hollywood che all'epoca gli offriva principalmente rifiuti e una serie di ruoli stereotipati: "Ricordo di non aver fatto una sola audizione per un anno intero", ha dichiarato. All'epoca aveva circa 23 anni, e le attese al telefono lo disillusero al punto che mise da parte il suo sogno di stare sul set, scegliendo d'iscriversi University of Southern California.
Fortunatamente, però, la fame di recitazione non si è mai spenta del tutto.