J.K. Rowling, nel nuovo episodio del podcast che la vede protagonista, ha dichiarato che molti fan di Harry Potter sono stati grati per le sue dichiarazioni che alcuni hanno considerato offensive nei confronti della comunità transessuale.
La quinta puntata di The Witch Trials of J.K. Rowling ha portato la scrittrice a ripercorrere quanto accaduto nel 2020 dopo la lettura di un articolo in cui si parlava di "persone che hanno le mestruazioni".
Ricordando il momento in cui ha deciso di commentare su Twitter quello che aveva letto, J.K. Rowling ha ricordato: "Sapevo assolutamente che, se avessi parlato, molte persone che amano i miei libri sarebbero state profondamente infelici nei miei confronti. Personalmente, non è stato divertente e alle volte avevo paura pensando alla mia sicurezza e a quella della mia famiglia. Solo con il passare del tempo si capirà se ho sbagliato. Per quel che mi riguarda posso solo dire che ci ho riflettuto a fondo, con attenzione, e a lungo, e ho ascoltato, lo prometto, chi ha il punto di vista opposto al mio".
La scrittrice ha ribadito che la lettura dell'articolo in cui non si usava il termine "donne", facendo invece riferimento alle mestruazioni, l'ha realmente infastidita perché l'ha considerata un'ingiustizia e un modo per ostacolare le donne. Il 6 giugno 2020 ha quindi scritto un tweet ironico sull'uso dell'espressione "persone con le mestruazioni". J.K. ha sottolineato: "Ed è stato come sganciare una bomba a mano su Twitter. Volevo causare un'esplosione? No. Stavo seplicemente tenendo a bada la mia stessa furia".
Rowling aveva poi aggiunto: "Se il sesso non è reale non c'è l'attrazione tra persone dello stesso sesso. Se il sesso non è reale, la realtà vissuta dalle donne a livello globale è cancellata. Conosco e voglio bene a delle persone trans, ma cancellare il concetto di sesso toglie a molte persone la possibilità di discutere della propria vita. Non è odio dire la verità".
La creatrice di Harry Potter ha quindi dichiarato che non tutti gli attacchi hanno avuto su di lei lo stesso effetto, sostenendo che in certi casi pensava di condividere gli stessi valori. Rowling ha però sottolineato: "Devo però dire che molti fan di Harry Potter erano d'accordo con me e moltissimi di loro sono stati grati per quello che ho detto". La scrittrice ha ribadito che non ha alcun rimpianto: "Sostengo ogni parola che ho scritto in quel tweet, ma la domanda è: 'Qual è la verità?'. E sto discutendo contro persone che stanno letteralmente dicendo che il sesso è un costrutto, non è reale".
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Nella puntata del podcast, inoltre, la scrittrice sostiene che ci sia qualcosa di pericoloso tra le fila del movimento che sostiene non si possa avere un dibattito sulle questioni legate all'identità di genere.
Rowling ha sottolineato: "Credo molto nell'idea che non si debba considerare quello che dicono le persone, ma come agiscono. Come ti stai comportando? Se sei minaccioso, se stai minacciando di rimuovere fonti di reddito, se stai dicendo 'questa persona è cancellata', quello è il linguaggio di un dittatore".
J.K. ha aggiunto: "Ho perso letteralmente il conto del numero di volte che ho visto l'hashtag #RIPJKRowling in giro". L'ideatrice della saga magica ha ribadito: "Se volete avere un dibattito con me, sono assolutamente disposta a farlo. E penso di aver dimostrato che sono davvero disposta a interagire e scambiare idee".
La scrittrice ha sostenuto che non è un atteggiamento che ha notato nelle critiche ricevute: "La risposta è: 'Non possiamo ascoltarti. Sei malvagia. Non dobbiamo ascoltarti'. Per me quell'approccio è, a livello intellettuale, un segno incredibile di codardia. Non credo che nessun movimento legittimo si comporti in quel modo".
J.K. ha ribadito che è stata definita più volte una TERF (trans-exclusionary radical feminist) e questa classificazione ha scatenato odio e commenti violenti, tra cui anche più di una minaccia di morte.
J.K. Rowling ha quindi letto un passaggio di un suo saggio in cui sostiene di provare empatia nei confronti delle persone transessuali che hanno subito attacchi violenti e sono discriminate, ribadendo però la sua convinzione che si debba compiere una riflessione sulle modalità che permettono di definire in modo autonomo il proprio genere.