James Cameron torna a parlare del remake di Fantastic Voyage (ovvero "Viaggio allucinante), il progetto, accarezzato per decenni, che sembra entrato finalmente in una fase concreta. Con un nuovo regista e una nuova sceneggiatura, il film potrebbe avviarsi alla produzione nel 2026.
James Cameron e il sogno di un ritorno al Fantastic Voyage
James Cameron non ha mai nascosto il suo interesse per Viaggio allucinante, progetto che lo accompagna da anni come una sorta di ossessione creativa silenziosa. In origine lo aveva immaginato come autore e regista, mentre oggi il suo ruolo si è trasformato in quello di produttore, figura chiave nel dare forma a un remake che ha attraversato più di una generazione di cinema senza mai concretizzarsi davvero.
In un'intervista concessa a Deadline, Cameron ha confermato che il film è entrato in una fase operativa più definita, spiegando di essere al lavoro con un regista - il cui nome resta per ora riservato - e con una nuova sceneggiatura. "Lo sto coltivando da un po'. Spero di riuscire a farlo partire nel corso del prossimo anno", ha dichiarato, lasciando intendere che il 2026 potrebbe segnare l'inizio di una nuova vita per questo titolo storico. Cameron ha poi precisato il suo coinvolgimento diretto: "Lo produrrò. Sto lavorando con un regista proprio adesso, su una nuova versione dello script. Quindi sì, lo faremo". Parole semplici, ma sufficienti a riaccendere l'attenzione su un progetto che, per molti, sembrava destinato a restare sulla carta.
Dal classico del 1966 a un'eredità pesante da reinventare
Uscito nel 1966, Viaggio allucinante è considerato uno dei capisaldi della fantascienza cinematografica. La trama, ancora oggi sorprendentemente audace, racconta di uno scienziato depositario del segreto della miniaturizzazione che cade in coma, costringendo un team di specialisti a rimpicciolirsi e a viaggiare all'interno del suo corpo per eliminare un pericoloso coagulo di sangue. Un'idea che, all'epoca, univa immaginazione scientifica e spettacolo visivo, portando il film a vincere due Premi Oscar - per la Miglior Scenografia e i Migliori Effetti Speciali - e a ottenere altre tre nomination.
Diretto da Richard Fleischer e scritto da Harry Kleiner, il film poteva contare su un cast che includeva Stephen Boyd, Raquel Welch, Edmond O'Brien, Donald Pleasence e Arthur Kennedy. Negli anni successivi, il progetto di un reboot ha attirato nomi importanti del cinema contemporaneo: da Guillermo del Toro a Shawn Levy, passando per Paul Greengrass e Roland Emmerich, tutti coinvolti in diverse fasi senza mai arrivare al traguardo.
Il fatto che ora sia proprio Cameron - cineasta che ha costruito la sua carriera sull'incontro tra tecnologia, visione e racconto spettacolare - a spingere davvero sull'acceleratore rende questo remake qualcosa di più di una semplice operazione nostalgica. È la promessa di un ritorno, ma anche di una trasformazione, capace di parlare a un pubblico nuovo senza tradire lo spirito di un classico che ha insegnato al cinema come rendere l'impossibile visibile.