L'avvocato di Jafar Panahi ha svelato che il suo cliente è stato condannato a un anno di carcere e gli è stato vietato di viaggiare. Il regista, che non era presente in tribunale, ha già intenzione di presentare un appello tramite i suoi legali, come confermato all'agenzia AFP.
L'aggiornamento condiviso dall'avvocato
Mostafa Nili, avvocato del filmmaker, ha annunciato che Jafar Panahi, in base alla nuova sentenza, non dovrebbe uscire dai confini dell'Iran per due anni e gli è stato vietato di far parte di qualsiasi gruppo politico o sociale. L'intenzione è comunque quella di fare appello per provare a far annullare la condanna ricevuta.
Il regista di Un semplice incidente (di cui potete leggere la nostra recensione), scelto dalla Francia per puntare a una nomination agli Oscar nella categoria Miglior Film Internazionale, era stato accusato di essere stato coinvolto in 'attività di propaganda' contro lo stato.
Panahi, nella giornata di giovedì, dovrebbe essere presente al Marrakech Film Festival dove verrà proiettato il suo recente film.
Le precedenti condanne in Iran
Il regista sta affrontando problemi legali fin dal 2010, anno in cui gli era stato vietato di girare film e lasciare l'Iran per il suo sostegno a proteste contro il governo e aver realizzato lungometraggi considerati troppo critici nei confronti dello stato. Nel 2011, nonostante i limiti che gli erano stati imposti, aveva firmato This is not a film e nel 2015 il film Taxi Teheran.
Jafar era poi stato condannato a sei anni di carcere per 'propaganda contro il sistema', ma era uscito di prigione su cauzione dopo due mesi.
Nel 2022 era stato nuovamente arrestato per essere stato coinvolto in alcune proteste organizzate dai dei filmmaker iraniani, venendo rilasciato dopo sette mesi.