In nome di mia figlia è un film del 2016 diretto da Vincent Garenq e ispirato da una storia vera riguardante il caso Dieter Krombach. Il caso di Kalinka Bamberski dura da 30 anni e ha suscitato molte polemiche, principalmente a causa delle relazioni internazionali tra Francia e Germania.
Kalinka Bamberski, un'adolescente francese, è morta nel 1982 nella casa del suo patrigno tedesco, Dieter Krombach, medico e stupratore seriale. I risultati sospetti dell'autopsia hanno indotto il vero padre della ragazza, André Bamberski, a fare pressione sulle autorità tedesche affinché indagassero sul coinvolgimento di Krombach nella morte della figlia.
Quando la Germania ha chiuso il caso e ha negato l'estradizione alla Francia, Krombach è stato processato in contumacia in Francia e condannato per omicidio colposo nel 1995, verdetto successivamente annullato dalla Corte europea dei diritti dell'uomo per motivi procedurali.
Nel 2009 Bamberski, in preda all'ira, ha fatto rapire Krombach in Germania al fine di portarlo in Francia dove l'uomo è stato nuovamente processato e condannato a quindici anni di carcere nel 2011 per aver causato lesioni intenzionali con conseguente morte non intenzionale.
Il verdetto è stato impugnato da Krombach ma la Corte europea dei diritti dell'uomo l'ha confermato ufficialmente nel 2018. Un tribunale francese, in seguito, ha condannato Bamberski a un anno di reclusione (pena in seguito sospesa) per il rapimento del patrigno di Kalinka.