La persistenza dell'immagine sulla retina, caratteristica propria della vista degli esseri umani, è la base su cui si fonda il cinema, il principio fisico che genera l'illusione del movimento. Questa proprietà dell'occhio umano costituisce anche lo spunto iniziale dell'horror italo-spagnolo Imago Mortis firmato dal regista romano Stefano Bessoni. Thriller cinematografico e metacinematografico ambientato all'interno di una scuola di cinema internazionale (la Murnau) e incentrato sugli studi legati alla percezione delle immagini che ossessionano un misterioso killer fino a spingerlo a uccidere vittime innocenti per cavar via loro gli occhi e ricavarne l'ultima immagine impressa sulla retina prima della morte. Pratica che aveva condotto alla morte lo studioso Girolamo Fumagalli nel 1600 a seguito dei suoi esperimenti sulla thanatografia.
E' online l'interessante backstage che svela i segreti della pellicola, frutto di una coproduzione italo-spagnola-irlandese, girata a Torino, città "esoterica" per eccellenza. Il gusto per l'immagine, le atmosfere cupe e concitate, le composizioni dell'inquadratura mai prive di una certa eleganza e la violenza che non risparmia sconti ricordano un po' il Dario Argento dei primi thriller. L'origine parzialmente spagnola della pellicola si riallaccia alla rinascita del genere gotico-fantastico nella Penisola Iberica dalla metà degli anni '90 che ha portato a capolavori come The Others e The Orphanage, agli horror di Jaume Balaguerò, al cupo fantastico di La spina del diavolo mentre in Italia, dopo il boom degli anni '60-'70, la produzione di genere è andata in calando e sono pochi, come il grande vecchio Pupi Avati e il solito Argento, a ricordarci che anche nella nostra penisola un horror di qualità è ancora possibile.
Imago Mortis è dunque un lavoro radicato in Italia, ma con un respiro tutto internazionale. Basta dare un'occhiata al cast dove a fianco del protagonista, lo spagnolo Alberto Amarilla, spiccano i nomi della talentuosa Geraldine Chaplin, non nuova a sortite nell'horror, e della figlia Ooona Chaplin e vi sono perfino due attori giapponesi che interpretano i buffi Ozu e Achi. Autore della sceneggiatura è Luiso Berdejo, co-sceneggiatore di Rec insieme a Balaguerò nonché nome di spicco nell'ambito del nuovo cinema spagnolo. Il backstage raccoglie un collage di alcune delle principali sequenze mostrando il regista Bessoni impegnato nella direzione del suo cast. Spiccano le scene girate al chiuso nei sotterranei della scuola, che danno immediatamente il tono della dimensione claustrofobica della pellicola guidando i personaggi là dove si cela l'orrore, il terribile thanatoscopio dove le vittime vengono torturate e uccise. Il senso di pericolo che pervade tutto, anticipando in modo velato la tragedia che incombe, mantiene elevata la tensione per tutta la pellicola mentre risulta particolarmente intrigante (e inquietante) il personaggio interpretato da Geraldine Chapline, la misteriosa Contessa Orsini, proprietaria della scuola, figura quasi ottocentesca che nasconde un inquietante segreto. Al pubblico la possibilità di scoprirlo dal 16 gennaio al cinema.