Il velo dipinto è un film del 2006, diretto da John Curran, tratto dall'omonimo romanzo di William Somerset Maugham, il cui titolo, a sua volta, prende il nome dal verso di un sonetto del poeta inglese Percy Bysshe Shelley, il marito di Mary Shelley: l'autrice di Frankenstein.

"Non sollevare quel velo dipinto, che quelli che vivono chiamano vita", così inizia la celebre poesia di Shelley. Secondo una delle tante interpretazione di questi versi il velo è il simbolo della separazione tra la vita e la morte e il poeta ci avverte di non sollevarlo perché ogni persona modella la propria vita (il velo) secondo le proprie convinzioni (i suoi colori pigri).
Secondo altri, invece, il velo dipinto è simbolo di una sorta di innocenza perduta per sempre, parallelismo piuttosto evidente con il romanzo e sicuramente anche con la pellicola: sia nella storia di Somerset che nel film di Curran tutti i personaggi indossano un velo "sporco".

Il lavoro di Walter in Cina, ad esempio, ruota attorno ad una vera contaminazione: un'epidemia che miete vittime. La società de Il velo dipinto e le persone che la popolano non conoscono innocenza: gli unici personaggi innocenti sono le suore che infatti sono vestite di bianco.