Quasi ogni ripresa de I figli degli uomini, film del 2006 diretto da Alfonso Cuarón, contiene un animale, solitamente un cane, ci avevate fatto caso? Ci sono molte similitudini ed influenze bibliche nel film: la pellicola, ad esempio, è disseminata di animali che si comportano come dei veri e propri sostituti dei bambini, oltre che come compagni degli esseri umani. La presenza delle bestie, in questo contesto quasi apocalittico, allude alla storia della Genesi: Noè e il Diluvio Universale.
La loro continue apparizioni servono anche a suggerire una sorta di equivalenza tra gli esseri umani e gli animali. Come spiega l'autore del Qoelet, "il destino dei figli degli uomini e il destino delle bestie è lo stesso: quando uno muore, così muore l'altro, perché tutto è vanità". L'umanità affronta la sua estinzione allo stesso modo degli animali e, in definitiva, non sembra esserci alcuna differenza tra i due da questo punto di vista.
Il tema degli animali ne I figli degli uomini si ripresenta nuovamente attraverso la copertina di "Animals", dei Pink Floyd, in cui figura un maiale galleggiante sopra la centrale di Battersea. Il maiale galleggiante può essere visto quando l'auto di Theo entra nell'Arca e più tardi quando Theo parla con suo cugino. L'album è stato pubblicato nel 1977, il film è ambientato nel 2027, il 50 ° anniversario dell'LP.
Durante ogni scena di I figli degli uomini i cani sembrano essere attratti dal personaggio interpretato da Clive Owen. Gli animali sono attratti dal senso intrinseco di fiducia e dall'amore incondizionato nei confronti della vita. Il personaggio di Clive Owens esprime spesso il suo scontento nei confronti dell'esistenza oltre che una sorta di sfiducia nell'essere umano, ma i cani guardano oltre, ignorano la facciata, e vedono le persone per quello che sono veramente. In tutto questo si può quasi individuare, forse, un utile suggerimento: se i cani si fidano di qualcuno magari di quel qualcuno dovresti fidarti anche tu perché, dopotutto, il cane è da sempre il miglior amico dell'uomo.