La carriera di Hugh Jackman come Wolverine sembrava aver trovato il suo epilogo, e invece il successo dell'ultimo capitolo con Ryan Reynolds ha rimesso tutto in discussione. Le recenti dichiarazioni dell'attore riaccendono dubbi, speranze e ipotesi, soprattutto ora che il multiverso Marvel continua a riscrivere le proprie regole narrative.
Il ritorno inatteso di un'icona
Ventiquattro anni dopo il debutto artigliato in X-Men, Hugh Jackman ha rimesso in moto un mito cinematografico con Deadpool & Wolverine, un ritorno che ha infranto record e lasciato ancora più aperti i discorsi sul futuro del personaggio.
L'attore aveva più volte sottolineato di aver salutato definitivamente Logan, ma la chimica scenica con Ryan Reynolds e l'euforia generata dal film hanno riacceso una curiosità globale difficile da ignorare. Da quel momento, la speculazione non si è più placata, sostenuta persino dalla battuta di Deadpool che, sullo schermo, scherzava dicendo che Jackman avrebbe interpretato Wolverine "fino ai 90 anni".
Poi è arrivata la dichiarazione che ha alimentato l'incendio: "Non dirò mai più 'mai'", ha affermato Jackman, spiegando che la sua decisione di "ritirare" il personaggio era sincera "fino al giorno in cui ho cambiato idea". L'attore ha anche ironizzato sul fatto che, dopo dieci film, la Marvel avrebbe materiale sufficiente "per creare una mia versione in AI". Un commento divertito, certo, ma che tradisce la consapevolezza di quanto la sua figura sia ormai un ingrediente fondamentale dell'immaginario mutante.
Quando gli è stato chiesto se fosse coinvolto in Avengers: Doomsday, Jackman ha finto di svicolare: "Non posso dire molto, e quando dici 'apparire'... è più un dominare e distruggere ogni altro personaggio - scherzo!" Proprio questa oscillazione costante tra gioco e reticenza diventa quasi una firma della sua comunicazione recente: non conferma nulla, ma non chiude nessuna porta, mantenendo un equilibrio perfetto tra diplomazia e ammiccamento.
Le strategie Marvel, il multiverso e il margine reale per il ritorno di Wolverine
A rendere ancora più probabile il ritorno non sono solo le parole di Jackman, ma anche il contesto in cui la Marvel si sta muovendo. La conferma che diversi membri del cast originale degli X-Men appariranno in Avengers: Doomsday ha acceso l'immaginazione dei fan: troppe coincidenze per archiviarle come rumor superficiali. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha aggiunto un ulteriore strato di ambiguità dichiarando che "i piani con Deadpool e Wolverine restano gli stessi: stiamo sempre cercando dove inserirli, e quanto in fretta".
C'è poi il nodo ormai centrale del multiverso, vero motore narrativo di questa fase dell'MCU. Jackman e Reynolds appartengono a una dimensione differente da quella "ufficiale" del franchise, e questo offre alla Marvel un margine creativo enorme, ma anche una scadenza implicita: una presenza forte, ma probabilmente limitata a pochi film-evento. Proprio Doomsday e Secret Wars appaiono quindi come i due punti più naturali in cui far confluire personaggi provenienti da realtà parallele, con Wolverine tra le figure più attese.
Nel frattempo, la Marvel sta anche preparando una nuova era degli X-Men, affidando a Jake Schreier - regista di Thunderbolts - la regia del reboot. Una scelta che segna un futuro in cui il Logan di Jackman, pur amato e celebrato, potrebbe diventare un'eccezione temporanea, quasi un cameo di lusso all'interno di una transizione generazionale inevitabile.
Il calendario ufficiale fissa Avengers: Doomsday al 18 dicembre 2026. Fino ad allora, Jackman sembra intenzionato a giocare con il mistero, consapevole del potere che poche parole - ben dosate - possono avere su un fandom che non ha alcuna voglia di dirgli addio.